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martedì 31 ottobre 2017

Manovra, pioggia di sconti Padoan tiene il punto con l’Ue

LA STAMPA

Economia

Manovra, pioggia di sconti

Padoan tiene il punto con l’Ue

Il ministro a Bruxelles: obiettivi fiscali in linea con il patto di Stabilità 

L’ultima legge di Bilancio della legislatura approda in Senato carica di bonus, nuovi e vecchi, infarcita di proroghe e rinvii agli anni a venire e col corredo di un bel pacchetto di assunzioni, dal comparto sicurezza alla giustizia, dai beni culturali all’università. Per il ministro dell’Economia Padoan, che ieri sera ha risposto alla lettera con cui Bruxelles ci chiedeva chiarimenti sul Documento programmatico di bilancio 2018, gli obiettivi fiscali previsti sono «in linea coi requisiti del Patto di stabilità e crescita» e riflettono «la strategia del governo di riduzione del deficit e del debito sostenendo allo stesso tempo la ripresa economica in atto». Quanto allo scostamento dello 0,1% sull’aggiustamento strutturale, secondo il ministro, questo è dovuto alla diversa metodologia di calcolo della crescita potenziale. Padoan segnala poi che le condizioni cicliche dell’Italia, per quanto in miglioramento sono «ancora difficili» e che la spesa per l’accoglienza dei migranti pesa per lo 0,25% del Pil. Quanto all’attuazione delle riforme, infine, il ministro ricorda l'adozione della prima legge annuale sulla concorrenza, l’introduzione del reddito d’inclusione e gli interventi nel campo della giustizia, della scuola e della Pa. Tutte misure che in 5 anni dovrebbero produrre 3 punti di Pil in più. 

Con l’avvio della sessione di bilancio oggi a palazzo Madama inizia a tutti gli effetti il viaggio della manovra 2018, che su alcune partite importanti si limita però solamente a spostare in avanti le scadenze (e i problemi). Come avviene ad esempio per le clausole di salvaguardia, che da sole valgono 15,7 miliardi su 20, che vengono fatte slittare al 2019 rimodulando a cascata tutti gli aumenti futuri delle aliquote Iva e delle accise. In particolare quella del 10% salirà di 1,5 punti dal 2019 e di altri 1,5 punti dal 2020. Quella del 22% aumenta di 2,2 punti dal 2019, poi di altri 0,7 punti dal 2020 e quindi dello 0,1 punti dal 2021. Sempre e solo per il 2018 viene bloccata la facoltà per gli enti locali di aumentare i tributi di loro competenza. Proroga al 2019 anche per la cedolare secca del 10% sugli affitti a canone concordato, che secondo piani iniziali avrebbe invece dovuto essere resa permanente. 

Col bilancio 2018 arriva poi una vera propria pioggia di bonus: una ventina tra conferme e novità. Come la detrazione del 19% sino ad un massimo di 250 euro per gli abbonamenti a bus e treni o quello del 36% per la ristrutturazione dei giardini, gli incentivi a favore dei vivai del calcio, sulle polizze antisismiche, per le pmi che si quotano in Borsa, per l’assunzione dei giovani e per chi lascia la cassintegrazione e trova un nuovo lavoro (14mila euro a persona). Confermato l’ecobonus (ridotto al 50%per infissi e caldaie), il bonus mobili ed il bonus giovani da 500 euro, l’iperammortamento al 250% ed il superammortamento al 130% per le imprese. A favore più poveri aumenta del 10% l’assegno legato al reddito di inclusione che per le famiglie più numerose tocca i 540 euro/mese. E infine s’allarga la soglia di reddito del bonus da 80 euro. Insomma ce n’è un po’ per tutti, tant’è che dall'opposizione parlano già di «manovra elettorale».

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PAOLO BARONI


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