ebook di Fulvio Romano

lunedì 23 ottobre 2017

Il Tenco tra passato presente e futuro Al via un nuovo ciclo

LA STAMPA

Imperia

Primo bilancio dell’edizione 2017


Cammariere ricorda Coggiola e Pepi Morgia

È calato il sipario sul Tenco numero 41, edizione del rinnovamento, ma fortemente radicata nella tradizione. La canzone d’autore rimane al centro, poco importa la caratura dei mostri sacri che arrivano all’Ariston, rispettando un grande passato e facendo pensare ad un futuro di coerenza e continuità. Non deve essere stato facile per Sergio Secondiano Sacchi, dopo le polemiche e le defezioni primaverili, rimettere insieme le anime e gli ingranaggi. Ma dalla direzione artistica alla «manovalanza» il Tenco non ha deluso, anzi. Le prove? Il grande successo del convegno «Cantautori a scuola», la vitalità della sede dei magazzini dell’ex stazione ferroviaria (sede del Club), l’affermazione dei concerti di Santa Brigida come momento «off» della rassegna ufficiale (senza parlare delle jam da nottambuli alla «Cave»). 

Sabato sera a far pulsare i cuori ci ha pensato soprattutto Sergio Cammariere che nella sua applauditissima esibizione ha reso omaggio a due anime del Tenco, quella di Roberto Coggiola e di Pepi Morgia. Quasi quattro ore di spettacolo da portarsi dietro e dentro, con il gran finale di Vinicio Capossela che ha celebrato in modo esaltante il tema, «Terre di mare». È stato un Tenco napoletano, siciliano, calabrese, argentino, portoghese. Una rassegna che con il gusto e anche il movimento della risacca ha portato a Sanremo musica da ogni angolo del Mediterraneo. Tenendo sempre sotto gli occhi quel dramma contemporaneo che sono le migrazioni verso l’Europa, ben rappresentate dalla scenografia dei «relitti» realizzata con discrezione da Sergio Raimondo. 

Il Club ha soprattutto rispettato il «patto» con Sanremo. Il 2017, impossibile non ricordarlo, è stato anche l’anno del ritorno al Tenco (versione tardo-primaverile) di un mito e una musa come Patti Smith.

Il popolo tenchiano, rispetto a qualche tempo fa, è rimasto più a lungo in sala all’Ariston, appagato da una rassegna che ha avuto ritmo e intensità anche grazie a esibizioni incisive come quelle di Peppe Voltarelli, di Carmen Consoli, dei Dinatatak, Bobo Rondelli e Brunori Sas. I 50 anni della morte di Luigi Tenco sono rimasti un po’ sullo sfondo, tenuti più dentro che ostentati. E forse è stato meglio così. 

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

giulio gavino


Level Triple-A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0           Copyright 2017 La Stampa           Bobby WorldWide Approved AAA