LA STAMPA
«Se cresce la fiducia possiamo avere più lavoro e più sviluppo» ha commentato Gentiloni su Twitter. Plaude il segretario del Pd, Matteo Renzi. «Dopo anni, finalmente, S&P alza il rating dell’Italia. Il lavoro paga, il tempo è galantuomo. Adesso #avanti», scrive anche lui sul social network.
A spingere la ripresa italiana è «l’aumento degli investimenti del settore privato e dell’occupazione» afferma Standard & Poor’s, prevedendo una crescita quest’anno dell’1,4% per il Belpaese, ben al di sopra della precedente dello 0,9%. «Ci aspettiamo che il governo centrerà il target del deficit al 2,1% del pil. Questo metterà l’elevato debito pubblico italiano su una traiettoria di calo» aggiunge l’agenzia di rating. A sostenere le migliorate prospettive economiche del paese anche la «soluzione delle crisi del Monte dei Paschi di Siena e delle banche venete, ma anche l’accelerazione del settore finanziario dello smaltimento dei non perfoming loan». «la prevista riduzione di 65 miliardi di euro» di prestiti deteriorati quest’anno «sosterrà la crescita economica perché con meno npl» in portafoglio «le condizioni delle banche per erogare credito migliorano e si rafforza la trasmissione della politica monetaria».
Standard & Poor’s nota come il numero degli occupati abbia ora superato i livelli pre-crisi: il tasso di disoccupazione - spiega l’agenzia - dovrebbe scendere quest’anno all’11,3% dall’11,7% del 2016, per poi calare sotto il 10% nel 2020.
Sul miglioramento del quadro italiano potrebbe pesare «l’incertezza politica legata all’esito delle prossime elezioni» avverte S&P, mettendo in evidenza che «potrebbe considerare un ulteriore azione positiva sul rating se il governo continua ad attuare riforme strutturali che rafforzano le prospettive di crescita. Pressioni positive sul rating potrebbe aversi anche con ulteriori progressi nel sistema finanziario».
Che la situazione italiana fosse migliorata a livello internazionale era apparso già durante gli incontri delle scorse settimane al Fondo Monetario Internazionale. Il ministro all’economia, Pier Carlo Padoan, lo aveva detto espressamente che «il senso di pessimismo che aleggiava sull’Italia è andato via». Da S&P è arrivata un’ulteriore conferma.