ebook di Fulvio Romano

martedì 24 ottobre 2017

La crisi idrica ora fa paura

LA STAMPA

Cronaca

Presentate le contromisure alla Commissione Ambiente della Camera


Smat potenzia le autobotti

Problemi anche per le falde in pianura, scatta il piano d’emergenza

«Sole e di nuovo caldo anomalo, soprattutto in montagna: prosegue il gran secco», esordiva ieri mattina, a scanso di equivoci, il bollettino della Società Meteorologica Italiana. Dopo sei mesi sostanzialmente senza pioggia il Piemonte sta progressivamente seccando, come una foglia appassita. È un’emergenza che si declina in molti modi: non solo roghi, aria appestata dalle polveri e danni alle biodiversità. In alcune aree comincia a manifestarsi un deficit nell’uso idropotabile, ormai attuale in una regione «ai piedi di monti» svestiti delle nevi e ignorati dalle piogge. 

Aumentano le autobotti

I segnali, non ancora omogenei, acquistano spessore giorno dopo giorno.  Un dato rimanda all’impiego delle autobotti: Smat, gestore del servizio idrico integrato per 292 Comuni del Torinese, si è rivolta alle ditte contrattualizzate «opzionando», cioè prenotando, una ventina tra autobotti e serbatoi che all’occorrenza possono diventare semoventi. Obiettivo: prepararsi a rifornire i 35 Comuni che a breve entreranno in emergenza sommandosi ai 13 già riforniti artificialmente. «Al momento l’approvvigionamento artificiale, cioè l’integrazione dei serbatoi alimentati da fonti montane, si è tradotto in 346 interventi per una spesa di circa centomila euro - spiega Paolo Romano, presidente della società -. Il costo per trasferire l’acqua dalla pianura ai serbatoi montani è di 25-28 euro per metro cubo a fronte di 1 euro per metro cubo previsto a tariffa. Ad oggi abbiamo portato circa 4 mila metri cubi». È solo l’inizio di una situazione che, in assenza di una svolta climatica, si aggraverà.

Sorgenti al minimo

Soffrono le sorgenti montane, le più vulnerabili ai cambiamenti climatici: circa un terzo dei Comuni serviti da Smat è collocato in fascia montana, dove vive il 6% della popolazione (144 mila abitanti) soggetta a una forte fluttuazione turistica (può superare i 210 mila abitanti). 

Variazioni delle falde

Ma cominciano a registrarsi variazioni anche nelle falde superficiali in pianura, comprese tra 10 e 20 metri di profondità, dalle quali attingono industrie, attività commerciali e artigianali, oltre al comparto agricolo. E le squadre dei vigili del fuoco impegnate a domare i roghi, tramite le bocche antincendio. Stabili, per ora, le falde profonde a 130 metri di profondità utilizzate esclusivamente ad uso idropotabile. Anche così, Smat monitora costantemente la tenuta di tutte le falde ricorrendo ad un sofisticato sistema di piezometri. 

Insomma: l’attenzione è massima. D’altra parte lo stesso Romano ammette che «da quando sono in Smat non ci siamo mai trovati in una situazione simile: l’unico precedente rimanda al Duemila, quando tra primavera ed estate non piovve per quattro mesi.  Mentre oggi siamo sostanzialmente all’asciutto dal mese di maggio, e l’effetto della scarsità di precipitazioni viene ulteriormente aggravato dall’andamento delle temperature giornaliere».

Non a caso, oggi i vertici della società saranno ascoltati dalla commissione Ambiente del Comune. 

Nuove strategie

Qualche giorno fa hanno presentato un report dettagliato ad un’altra Commissione Ambiente, quella della Camera. Anche le misure previste a medio e lungo termine rendono l’idea della svolta: utilizzo prioritario a scopi idropotabili dei grandi invasi esistenti, individuazione di aree per la creazione di bacini per la riserva delle acque superficiali, interconnessioni tra le reti degli acquedotti, riduzione delle perdite di rete, aumento del riutilizzo delle acque depurate dagli impianti di depurazione. Non ultimo: lo studio, affidato a Cnr, Politecnico e Società meteorologica italiana per verificare l’impatto dello stravolgimento del clima sulle falde, dalle quali Smat capta il 70% dell’acqua potabilizzata, nell’arco di dieci-vent’anni. L’«oro blu» non è più scontato: nemmeno in Piemonte. 

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Alessandro Mondo


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