Cronaca
“A Borgo Campidoglio
abbiamo provato le torri
che puliscono l’aria”
Giardini e piazze con al centro torri che «mangiano» lo smog. Per Betta Maggio è una possibile soluzione all’inquinamento: la sua azienda, U-earth, ha appena sperimentato per diversi mesi in Borgo Campidoglio un grosso depuratore a forma di cilindro, una specie di fungo, che pulisce l’aria. «Abbiamo visto che, nel raggio di 50 metri, gli inquinanti possono essere ridotti dal 70 all’80 per cento. Ha la potenzialità di distruzione di inquinanti di 6mila querce, ma concentrate in un solo punto. Abbiamo copiato quello che fa la natura». Il fungo è ancora piazzato nei giardini Dispersi sul fronte russo e ora, terminato l’esperimento, è spento e sarà smontato. Funziona come una calamita, una carica elettrica molecolare attira le particelle inquinate, che vengono «mangiate» e digerite da dei batteri, così non bisogna nemmeno cambiare filtro. Tecnicamente, si tratta di un bioreattore che disgrega le particelle inquinate. «Al fondo del fungo abbiamo trovato metalli pesanti, ferro e alluminio rilasciati nell’aria dal traffico», spiega Maggio. La sua azienda è nata a Torino e si sta spostando a Milano, ha un brevetto per questa tecnologia, che si basa su ricerche negli Usa e in Europa. Funziona anche negli interni: «Ne abbiamo montato uno al museo della Scala di Milano». Ma è economicamente sostenibile? Secondo Maggio, un «fungo» costa come un’auto elettrica e serve poca manutenzione. Per lanciarlo su larga scala «stiamo trattando con sponsor per realizzare funghi che siano contemporaneamente spazi pubblicitari e depuratori». L’azienda produce anche, e ha lanciato una campagna di crowdfunding, una raccolta fondi sul web, una maschera anti-smog fatta con un filtro biologico.
fabrizio assandri
Post
