«Siccità, incendi, tempeste tropicali in Irlanda: questa è la nuova normalità a cui dobbiamo abituarci, fatta di imprevedibilità e di instabilità». Naomi Klein, l’autrice di quel “No Logo” che nel 2001 fu uno dei testi teorici del movimento no global, si prepara a venire in una Torino lambita dagli incendi, dove giovedì alla Cavallerizza presenterà il suo ultimo “Shock Politics – L’incubo Trump e il futuro della democrazia” (Feltrinelli). E lancia l’accusa.
Signora Klein, da quando ha finito il libro le cose sono ulteriormente peggiorate? «L’estate che è appena passata ci ha tolto ogni dubbio. Non solo, come quelle che l’hanno preceduta, ha confermato la tendenza a superare i record assoluti di temperatura. Essendo questo un anno senza Niño, ci ha anche confermato che il fenomeno non è imputabile solo a quello». I temi del cambiamento climatico sono cruciali nel suo libro: perché se il suo compito è, secondo la sua espressione, quello di «unire i puntini», comprendendo nella propria interezza la complessità della crisi politica e di valori che stiamo attraversando, di certo sul clima «l’orologio sta battendo la mezzanotte». Siamo in tempo? «Sì, se abbandoniamo i combustibili fossili il più in fretta possibile e passiamo alle energie alternative nel giro dei prossimi venti-trent’anni. Un cambiamento epocale, certo, ma anche un’opportunità straordinaria, perché una riconversione di questa portata fatta a questa velocità significa anche la creazione di un numero altissimo di posti di lavoro. Naturalmente bisogna vigilare perché a questa nuova occupazione corrispondano salari adeguati. Ma bisogna anche rallegrarsi del fatto che la natura distribuisca le fonti alternative di energia in maniera equa, a differenza dei combustibili fossili che devono essere estratti, raffinati e trasportati con grande dispendio di denaro e sotto il controllo dei monopoli. Una volta approntate le infrastrutture di base, le fonti alternative, invece, non costano nulla». Sostiene che la lezione migliore sui temi del rispetto della natura le è arrivata dai Sioux di Standing Rock nel North Dakota, in lotta per l’acqua potabile. Ci spiega? «La crisi climatica è direttamente legata al rapporto che si è configurato nella storia fra dominati e dominatori: sono state la separazione dalla natura e l’illusione dell’uomo di essere padrone degli esseri viventi a portarci inevitabilmente a questo disastro. Ma c’è una sapienza più antica basata sulla fratellanza e la protezione reciproca, che non mette l’uomo al di fuori o al di sopra degli altri animali, della terra, dell’acqua e dell’aria: ed è a quella che dobbiamo rivolgerci». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI