ebook di Fulvio Romano

giovedì 31 gennaio 2013

Piste sci: solo 11 cm di meno...

Limone Pancani: da 144 cm di tra giorni fa ai 133 di questa sera...

Oggi la Riviera era in Piemonte!...

... "Sol0" 15 i gradi di massima sul Ponente ligure.

La primavera dell'Orso: Cuneo la più calda... 18, 7 gradi!



Il flusso da Nord Ovest regala al Piemonte una falsa primavera...

grazie ai venti di Foehn che lo riscaldano

Cuneo 17 gradi, Imperia 13!!! Favonio felix...



La falsa primavera...

temperature attuali del Piemonte

Pancani con vista...

webcam arrivo seggiovia Pancani

Bello anche al mare di Ponente

Imperia, adesso 14 gradi

Minime in aumento...



mercoledì 30 gennaio 2013

Massime Piemonte: un bel rialzo termico...



San Giacomo di Demonte, raggiunti i 16 gradi!



Alta val Stura... il termometro sale....

San Bernolfo, oltre i 1600 m, già oltre i 14 gradi. Attenti ai fuoripista!

Inversione termica: Pancani (1875 m) stessa temperatura di Imperia...

...anzi, u n decimo in più: 11,8 gradi contro 11,7... A san Bernolfo, alta val Stura: 14,4 gradi!!!

Ponente ligure, minime attorno agli 8,5 gradi...

... quasi come stanotte in quota, sulle Alpi, grazie all' inversione termica...
nella webcam il porto degli Aregai adesso.

Minime: tutte al gelo, tranne Biella.



Limone Pancani (1875 m.): 7,3 gradi...

... Cuneo san Rocco ( 580 m) : -2,7 gradi!



Ecco in azione l'inversione termica... Montagna soprazzero, pianura sotto...

mappa Arpa

martedì 29 gennaio 2013

Non sappiamo più giocare... alla vita. di Alessandro Avenia (da LA STAMPA cultura)

LA STAMPAweb - Cultura

NON SAPPIAMO più GIOCARE ALLA VITA

Gli uomini non corteggiano più le donne. Diventiamo cinici: non ne vale la pena, tanto poi finisce. Eppure non c’è gioco più bello dell’amore. Non comincia tutto con un gioco di sguardi per diventare poi un gioco di anime? Però non ci riesce più di stare al gioco.

Il gioco è una delle finestre aperte per scandagliare il guazzabuglio sociale del cuore umano. Il gioco è un’isola perfetta, un territorio circoscritto da regole precise in cui il rischio - a differenza della realtà - è controllato e non può farci troppo male. Sono proprio le regole e la fiducia negli altri che rendono appassionante e libero il gioco, che finisce infatti quando uno bara o dice “non gioco più”. Così è per ogni gioco: soprattutto quello dell’amore. Ma andiamo con calma. Oggi ci sono altri giochi che ci rivelano la fatica che facciamo a giocare la vita “sul serio”.

Prima c’è il grande gioco di ruolo globale: Facebook. Un gioco in cui uno fa la parte di se stesso, indossa la maschera di sé, grazie a foto in cui è più bello di come appare nella realtà e scrive frasi più intelligenti di quelle che pronuncia nella realtà. Appartiene alla categoria di giochi in cui impersoniamo qualcun altro. Da bambini diventavamo il dottore, la maestra, la mamma, il pompiere. Oggi diventiamo il profilo di Facebook. Il bambino che fa il pompiere non vuole fare il pompiere, ma vuole fare l’adulto, imita le cose che fanno i “grandi”. I nostri profili di Fb imitano chi noi vorremmo essere da “grandi” (non adulti, “grandi”, “magni” come Alessandro e Carlo). È un gioco antico: oscillare tra reale e ideale, tradendo spesso il primo a favore del secondo, con tutti i rischi di don Chisciotte e Madame Bovary. Certo lo facciamo per farci amare, farci amare un po’ di più: infatti essere un po’ più amabili ci fa credere di essere un po’ più amati. Le bacheche di Fb sono facciate immacolate, ma il ritratto, come Dorian Gray, è nella soffitta della nostra anima. E un giorno per farci amare davvero dovremo mostrare anche quello, con le sue brutture, a nostro rischio e pericolo.

Poi c’è Ruzzle. Abbiamo le parole e le parole dimorano, crescono e maturano nelle poesie e nelle pagine di prosa. Quando le troviamo brillano come pepite in una miniera. Le riconosciamo come un gioiello smarrito nell’angolo di un cassetto. Oggi leggiamo un po’ meno, anzi oggi leggiamo meno poesie e meno pagine di prosa di quelle che salvano le parole. Certo, ci informiamo moltissimo, ma finiamo con l’usare sempre le stesse parole e magari lasciamo entrare nella nostra anima mostri come endorsement (che poi “appoggio” non suona tanto male). Ruzzle segnala sulla carta geografica dell’anima la nostra nostalgia per le parole: ci mancate, parole. Tornate, parole, per favore, a dirci chi siamo e come siamo. Ruzzle non è altro che il vecchio Cose Nomi Città. Giochi antichi, nomi (affari) nuovi.

E poi c’è il gioco del calcio: l’agon, la battaglia. La vita è lotta e il calcio oggi ne è la sublimazione più comoda e spettacolare. Dal divano di casa si lotta bene. Un agone senza agonia, a tutte le ore del giorno. Che cosa c’è di meglio di lottare senza sudare ma provando le stesse emozioni?

Certo c’è anche l’azzardo: il gratta-e-vinci, il bingo, le slot-machine e tutto quella categoria di giochi che ci ricorda che la vita è una lotta contro il destino. Non c’è merito che conti, ma puro caso a cui abbandonarsi finanche a naufragare, come purtroppo succede ai ludopatici, vittime del destino che hanno sfidato.

Da ultimo ci sono i giochi della vertigine: quelli che piacciono ai giovani, quelli che portano a perdersi per ricordarsi che nella vita non vorremmo avere regole, infrangendo persino quelle assolute. Ogni sballo che sfida la ragione e l’istinto di conservazione: dal bungee jumping a chi beve più birre. Giochi che possono portare a giocare la vita, fino a perderla.

I giochi del nostro tempo ci dicono chiaro che noi vogliamo “giocarci la vita” e vogliamo che gli altri “giochino sul serio”, ma allo stesso tempo ci rivelano che spesso ci accontentiamo di prenderci gioco della vita: insomma bariamo. E invece avremmo bisogno di essere veri giocatori e non bari della vita: giocare un po’ di più nel quotidiano e con le persone che abbiamo accanto. Fare un amore più vero, tornare a corteggiare senza sfumature di grigio, leggere una bella poesia e magari impararla a memoria, essere persone amate e non solo amabili profili, accettare l’agone senza il divano, lavorare in modo più giocoso e azzardare qualche scelta invece di lamentarci sempre della sfortuna.

Non ho dimenticato l’amore, il gioco dei giochi. Il gioiello più fragile e prezioso della vita, che per indossarlo infatti incastoniamo giorno per giorno nell’oro dei riti. Eppure sembra che il galateo dei sentimenti stia sparendo. Non sappiamo più giocare come si deve. Non sappiamo più arrossire, corteggiare, sfiorare, cercare parole, ricordare un anniversario e fare una sorpresa. Compriamo subito, afferriamo subito, dimentichiamo subito. Ci prendiamo gioco dell’amore, bariamo, per poi scoprire che ci siamo giocati la felicità. E finiamo col nasconderci dietro un cinico e dolorante: non gioco più.

Alessandro D’Avenia

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Ma in Riviera le massime sono state tra i 13 e i 14 gradi...

... Ponente felix...!

Massime tra i 5 e gli 8 gradi...



C' è una pista più bella della Cabaneira...?

... senz' altro è quella col nome più intrigante...

Il Monviso e la pianura che si libera visti dal Pancani...

... meraviglia!

Sono queste le "vere" previsioni di questa settimana...

.... quelle di ieri su La Stampa erano dell'altra settimana...

IL TEMPO

E' ad inizio febbraio che si apre il periodo prediletto dalla tradizione per vaticinare la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. Tra tutte le date spicca ancora oggi quella della Candelora, sabato prossimo, su cui si semplifica spesso avvertendo che "A la Candlòra da l'invern sôma fòra". In realtà il detto originario diceva: "...quaranta dì e sôma fòra". Ricordandoci così che la nuova stagione inizierà soltanto all'equinozio di primavera, quaranta giorni dopo la festa delle candele, né di più né di meno. Il che valeva verso la metà del secolo XIV, data in cui il detto si è formato e quando, con il vecchio calendario "giuliano", la Candelora cadeva di fatto il 10 anziché il 2 di febbraio. Cambiano i calendari, ma proverbi e stagioni sono - più o meno- sempre gli stessi. Specie in questo inizio d'anno, dopo le nevicate "regolari" di cui l'ultima propaggine si esaurisce in questa mattinata per poi lasciare il campo ad una parentesi di quattro-cinque giorni di alte pressioni. Una fase che sarebbe anche di temperature gradevoli, non fosse per il "tappo" che schiaccerà gli umori nebbiosi sulle piane, abbassando sotto il gelo le minime notturne, mentre di giorno, ma in quote alpine, sarà quasi primavera. Sarà così intaccato il bello strato di neve che ha rimpolpato le piste da sci, anche se un nuovo breve affondo perturbato sembra avvicinarsi sabato da Nord Est.
romano.fulvio@libero.it

Eravamo un po' tutti su quell'aereo ( e siamo sopravvissuti a stento)... Un bell'articolo di Brambilla su Ustica.

LA STAMPAweb - Prima Pagina

Giustizia a tentoni

C’è un filmato che riprende l’ex ministro Gianni De Michelis mentre, ai poveri ingenui che ricercano la verità su Ustica, risponde così: «Capisco la passione che ci mettete, ma è una passione mal spesa».

De Michelis continua spiegando che ci sono cose che stanno «sopra il tavolo» e altre che stanno «sotto il tavolo», e conclude: «Non è che quello che c’è sotto il tavolo tu lo devi spiegare tutti i giorni. Ci sono delle cose che non possono e non devono avere delle risposte».

Il filmato lo potete vedere su You Tube. Dove troverete anche immagini e parole di Francesco Cossiga, ex ministro degli Interni ed ex presidente della Repubblica, che avverte del pericolo in cui incorrono i giornalisti che si ostinano a tentar di capire come andarono le cose quel 27 giugno 1980: «Se qualche giornalista insiste», dice, gli potrebbe capitare «qualche incidente in macchina».

Se queste furono le parole e i consigli dei più alti esponenti dello Stato - e lo furono - non c’è da stupirsi se la magistratura è arrivata, in trentatrè anni, a sentenze contraddittorie. Un giudice istruttore, Rosario Priore, che chiude le indagini scrivendo che il Dc9 fu abbattuto da un missile anche se i periti da lui stesso nominati avevano concluso parlando di una bomba nella toilette dell’aereo. E la Cassazione civile che ancora sposa la tesi del missile, condannando lo Stato al risarcimento, nonostante la giustizia penale abbia finito il suo corso sentenziando che le cause del disastro restano ignote e assolvendo i generali dell’Aeronautica accusati di reticenze e menzogne.

Non c’è da stupirsi, di queste contraddizioni. Non sono frutto di un caso di malagiustizia. I giudici, penali e civili, sono andati a tentoni, senza la possibilità di indagare fino in fondo, perché ci sono cose che possono stare sopra il tavolo e altre che devono stare sotto il tavolo. E perché a chi si mette in testa di ficcare il naso in faccende che non lo riguardano, con «una passione mal spesa», potrebbe capitare «qualche incidente in macchina». Questa è la logica sacrale del segreto di Stato. Della ragion di Stato.

Nella sua seconda vita, quella del picconatore, Cossiga a un certo punto disse che quell’aereo non cadde per via di una bomba (e tanto meno per «cedimento strutturale», la prima ignobile spiegazione che portò al fallimento dell’Itavia) ma per un missile sganciato per errore da un caccia militare francese, che voleva abbattere un Mig sul quale volava il dittatore libico Gheddafi. «Un’azione di guerra non dichiarata», secondo le testuali parole del giudice Rosario Priore.

Dicono che Cossiga abbia cominciato a dire pane al pane (o a dar di matto, secondo i punti di vista) per il rimorso mai spento che gli provocava la fine di Aldo Moro. Cioè per quello che restava nella sua coscienza di un altro terribile episodio dell’Italia della prima Repubblica. Sarà. Di certo c’è che l’Italia ha troppe cose rimaste sotto il tavolo: Ustica è il capitolo di un libro nero che narra anche di piazza Fontana, di piazza della Loggia, della strage alla stazione di Bologna, e così via. Troppo sangue che non ha avuto giustizia per via della «ragion di Stato» che ha impedito alla magistratura di arrivare alla verità.
Condannando lo Stato a risarcire le vittime, i giudici della Cassazione civile hanno voluto dire con forza che c’è anche una «ragion del dolore» di tanti cittadini italiani che non debbono sentirsi di serie B. E forse hanno voluto anche dire quel che pensiamo tutti, e cioè che ormai davvero non ci sono più motivi perché tante pagine oscure, che non appartengono più alla cronaca ma alla storia, debbano restare avvolte nel mistero.

Michele Brambilla

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La situazione dall'alto...

ultima Meteosat

Cuneo: le nebbie alte rinculano...



alba quasi serena ad Imperia

Porto Maurizio

Minime in rialzo (tranne Biella e Verbania)



lunedì 28 gennaio 2013

Ecco la rimonta anticiclonica che dura fino a sabato...

...arriva da Sud Ovest e darà nebbie notturno sulle piane e temperature primaverili in montagna...

C'è nebbia alta, che arriva quasi fino a Cuneo (545 m)



Aumentano le massime dove è già arrivato il sole...



Tornato il sole...



Purtroppo sono le previsioni dell'altra settimana....

per mero incidente di impaginazione su LA STAMPA di oggi, pagine provinciali, sono state pubblicate le mie previsioni della scorsa settimana... Credo di fare cosa gradita ai lettori pubblicando qui di seguito le "vere" previsioni per questa settimana... E, già che ci sono, metto io un titolo...

Candelora fredda al piano e di primavera in montagna


E' ad inizio febbraio che si apre il periodo prediletto dalla tradizione per vaticinare la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. Tra tutte le date spicca ancora oggi quella della Candelora, sabato prossimo, su cui si semplifica spesso avvertendo che "A la Candlòra da l'invern sôma fòra". In realtà il detto originario diceva: "...quaranta dì e sôma fòra". Ricordandoci così che la nuova stagione inizierà soltanto all'equinozio di primavera, quaranta giorni dopo la festa delle candele, né di più né di meno. Il che valeva verso la metà del secolo XIV, data in cui il detto si è formato e quando, con il vecchio calendario "giuliano", la Candelora cadeva di fatto il 10 anziché il 2 di febbraio. Cambiano i calendari, ma proverbi e stagioni sono - più o meno- sempre gli stessi. Specie in questo inizio d'anno, dopo le nevicate "regolari" di cui l'ultima propaggine si esaurisce in questa mattinata per poi lasciare il campo ad una parentesi di quattro-cinque giorni di alte pressioni. Una fase che sarebbe anche di temperature gradevoli, non fosse per il "tappo" che schiaccerà gli umori nebbiosi sulle piane, abbassando sotto il gelo le minime notturne, mentre di giorno, ma in quote alpine, sarà quasi primavera. Sarà così intaccato il bello strato di neve che ha rimpolpato le piste da sci, anche se un nuovo breve affondo perturbato sembra avvicinarsi sabato da Nord Est.
romano.fulvio@libero.it

Una bella intervista a Cardini sul Berlusconi-Mussolini...

... da LA STAMPA web di oggi

Cardini: “In quelle frasi c’è un complesso napoleonico e la ricerca di voti vacanti”

Lo storico: “Giudizi privi di valore scientifico”


Berlusconi è scivolato su un bricolage di fantastoria: una mistificazione con finalità elettorali e demagogiche». Il professor Franco Cardini, storico dell’università di Firenze, stigmatizza la «lettura anti-scientifica del fascismo offerta dall’ex premier».

Cosa la inquieta nella «rivalutazione» di Mussolini?
«La strumentalità. Berlusconi loda il Duce perché sta inseguendo un bottino di voti vacanti e non certo per aprire una riflessione culturale sul Ventennio. In politica l’uso della storia è fisiologico, l’abuso no. Anche Stalin e Hitler hanno fatto cose buone: la legislazione sociale e il Welfare del nazismo erano notevoli, ma ciò non significa nulla. E non attenua affatto le colossali colpe di quei totalitarismi. La storia non è giustificazionista e viene insegnata proprio per dare ai cittadini dei modelli. La riappropriazione della storia deve diventare progettualità nel tempo presente. La memoria, infatti, è la garante della nostra identità. Come diceva Platone, sapere è ricordare: se non ricordiamo, non sappiamo niente, non siamo niente. La memoria è un dovere. L’ex premier non è uno storico serio e fa dell’autobiografismo».

Cioè Berlusconi si paragona al Duce?
«Ha un complesso napoleonico ma, pur con il suo scarso senso dell’umorismo, capisce che solo i matti si identificano con Napoleone. E dunque si riconosce in un immaginario Mussolini visceralmente anticomunista, ignorando il ben più complesso rapporto tra il fascismo e l’Unione Sovietica. Inventa un Duce diverso dalla realtà per un cesarismo populista alla Perón. Al tempo stesso la memoria non va confinata in una giornata di celebrazioni: va trasformata in materia di studio e di meditazione, dai banchi di scuola ai mass media. La retorica invece è destinata a sclerotizzarsi e a cadere, col tempo, nel vuoto».

Perché lo boccia in storia?
«Sono giudizi privi di valore scientifico. È lo stesso stravolgimento della storia inscenato dai leghisti con celti e Padania. Al contrario di questa paccottiglia, la memoria storica ha, in una società civile consapevole, la funzione altissima di contribuire alla progettazione d’un futuro migliore. Questo non vuol dire che non sia proibito esprimere valutazioni discordanti sul passato. Però serve serietà d’intenti e di metodo. Certo, Mussolini rispetto a Hitler non deteneva il potere totale perché sentiva il fiato addosso della Chiesa, della corona, dell’esercito, della finanza della massoneria, però fu senza ombra di dubbio il dittatore che privò gli italiani della libertà. Se le tirannie del passato sono finite, il ventre che le ha partorite è sempre gravido di altri mostri: magari d’aspetto diverso. “L’uomo non ricorda nulla: ricostruisce di continuo”, ammoniva Lucien Febvre. La storia è razionalizzazione critica della memoria. Non è materia per giochi elettorali né per giudizi-slogan». [Gia. Gal.]

Minime della notte, solo Cuneo sottozero...

tabella Arpa

Ecco dove sta nevicando... (e dove piove)

mappa Arpa, radar in diretta

Nevica a Bra



La pista bianca della Maddalena...

Sopra Argentera...

Nevica su Limone centro paese...



Ed ecco la quarta nevicata al piano....

Cuneo, verso la piscina...

domenica 27 gennaio 2013

Sono salite le temperature, qua e là è piovuto o piove, niente neve....

..Nemmeno ai 1870 metri del Pancani, dove a fronte di 10 mm di pioggia, la colonnina è sempre stata sopra lo zero...

Ecco la mappa Arpa delle pioggette in atto...

In attesa della Panstarrs e della Ison, ricordiamoci della Mc Nauhht... (parliamo di comete).

La Cometa McNaught sul Cile

Immagine e Copyright: Stéphane Guisard

Spiegazione: La Cometa McNaught del 2007 è stata, finora, la cometa più fotogenica del nostro tempo. Dopo aver dato un bello spettacolo nell'emisfero settentrionale all'inizio del gennaio 2007, la cometa si trasferì a sud e ha sviluppato una coda di polveri lunga e inusuale che ha abbagliato gli osservatori dell'emisfero meridionale. In questa immagine, la Cometa McNaught è stata catturata sopra Santiago del Chile. La cometa luminosa domina a sinistra, mentre parte della sua magnifica coda si estende sull'intero fotogramma.
L'anno in corso - 2013 - promette di essere ancora migliore, per le comete, del 2007. Ai primi di marzo, la Cometa PANSTARRS è sulla buona strada per diventare visibile ad occhio nudo, mentre alla fine dell'anno la Cometa ISON ha la possibilità di sviluppare una grande coda, fino a diventare una delle più brillanti comete registrate nella storia.

Piemonte, massime tra 4 e 8 gradi...



Ponente ligure, piovosità e dissesto geologico...

da LA STAMPA di Imperia

“Edilizia selvaggia
territorio a rischio”

Il geologo Nicola Podestà: “L’uomo responsabile dei maggiori dissesti”

Frane, alluvioni, smottamenti, molti dei quali anche in provincia di Imperia hanno comportato negli ultimi anni gravissimi lutti e altre tragedie. Senza contare le pesantissime conseguenze sul piano economico. È tutta colpa dei cambiamenti climatici, quindi cause del tutto naturali, oppure ci sono responsabilità dell’uomo dirette o indirette? È questo il tema dell’interessante incontro che si è tenuto l’altra sera a Imperia condotto da Nicola Podestà, geologo e per moltissimi anni responsabile dell’Osservatorio meteorologico del capoluogo.
«Purtroppo dobbiamo constatare che molto più spesso di quanto non si creda e o sia voglia far credere, le responsabilità umane ci sono e sono determinanti - spiega Podestà - Prima ancora di prendere in considerazione i fattori climatici, bisogna avere ben chiaro che il nostro territorio per ragioni di struttura geologica è estremamente fragile e quindi potenzialmente soggetto al dissesto. Lo dimostrano le frane, per l’esattezza paleofrane, che si sono verificate in epoche remotissime e che hanno contribuito a modellare il paesaggio così come lo vediamo oggi. Un esempio su tutti: il paese di Monesi si erge su un cumulo di paleofrana ma i casi sono moltissimi dalla Val Roja all’Arroscia. Questa fragilità avrebbe dovuto suggerire una maggiore cautela nelle opere di antropizzazione cioè di insediamenti umani. Invece, sembra proprio che l’uomo, per i più svariati interessi primo fra tutti quello economico ma anche per ignoranza, non abbia voluto valutare l’impatto dei manufatti cioè case, strade, ponti e quant’altro, sull’ambiente».
Gli effetti di questa colpevole trascuratezza - continua Podestà -sono stati da ultimo amplificati da una indubbia recrudescenza di fenomeni meteorologici.Tanto per fare un esempio, il record di piovosità giornaliera di 160 millimetri registrato nel 1888 ha resistito per circa 100 anni, fino al 1995, per poi venire superato ancora nel 1998, nel 2000 e nel 2006. E tutto ciò, insieme con la urbanizzazione scriteriata delle colline, ha contribuito a fare aumentare in maniera esponenziale i dissesti che dobbiamo amaramente constatare».
«Resta l’amaro in bocca - conclude Podestà - che le lezioni del passato anche recentissimo sono servite a poco e comunque sono tardive: la situazione è talmente compromessa da non poter intervenire efficacemente in tempi brevi».

GIULIO GELUARDI

La piovosità nel Ponente Ligure...

...da La Stampa di Imperia

l’esperto parla: achille pennellatore

I dati di Meteo Portosole (Sanremo)
Meno giorni di pioggia ma aumenta la quantità

La quantità media di pioggia annua sulla provincia di Imperia continua ad essere la stessa mentre sono diminuite di un terzo circa le giornate di pioggia annuali. «Piove meno, insomma, ma piove di più». È criptica soltanto nella forma la riflessione alla quale invita Achille Pennellatore, esperto di Meteo Portosole Sanremo, che ha sotto mano dati e cifre di una condizione climatica che negli ultimi 25 anni di cambiamenti ne ha visti parecchi. A partire proprio dai giorni di pioggia che si voleva essere una settantina l’anno (77 per la precisione) e che oggi sono circa una cinquantina.
Dato che potrebbe far piacere sotto il profilo del turismo ma che invece sotto quello dell’equilibrio idrogeologico pone qualche interrogativo. «Negli ultimi dieci anni - prosegue Pennellatore - si sono manifestati con maggiore intensità eventi alluvionali che hanno interessato tutta la Liguria e in modo particolare il Genovesato e la zona di Chiavari. La precipitazione media è stata per anni di 760 millimetri all’anno ma la riduzione delle giornate di pioggia ha portato indubbiamente ad una maggiore concentrazione sul terreno rispetto al passato».
Pennellatore conferma che la temperatura media dell’aria non è aumentata, un decimo di grado in trent’anni, ma sottolinea invece l’effetto umidità: «Quella è aumentata, e molto, incidendo sul clima, facendo aumentare le giornate caratterizzate da quella nuvolosità bassa-costiera, un grigiore e una cappa che si manifesta sulla costa e che a 1200 metri fa ammirare il Ponente come un mare di nuvole». [g.ga.]

Ma cosa dice Scurati su LA STAMPA...?

Ma non sarà, caro Scurati, che l' involuzione della "rivoluzione sessuale" che tu attribuisci al '68 fu invece figlia proprio della "rivoluzione" liberista degli Anni '80..? Da Craxi in poi, tanto per intenderci sino ad arrivare a Berlusconi, epigoni compresi. Il '68 fu onesto, a suo modo casto, anche se liberatorio... non confondiamolo con gli svaccamenti successivi...


Antonio Scurati

La frustrazione sessuale: questa la nostra unica certezza.

La generazione del ’68 si è raccontata a lungo – e ancora ci racconta – di aver fatto la rivoluzione, ma l’unica vera rivoluzione avutasi in Europa nel dopoguerra è stata quella liberista degli anni 80. Una rivoluzione di destra. Di tutte le rivoluzioni mancate – o fallite – dalla sinistra sedicente rivoluzionaria, la rivoluzione sessuale è stata la più fallimentare. Sul terreno ha lasciato quasi solo rovine: tra le più ingombranti, e irremovibili, spiccano la crisi della famiglia (non il suo superamento, si badi bene) e la mastodontica mole sociale della frustrazione sessuale. È vasta come un’intera città ipogea. Basta grattare un poco la cenere vulcanica per scorgerne il profilo. Una Pompei della sessualità perduta. La recente, spettacolare eruzione della pornografia femminile potrebbe esserne una delle manifestazioni più evidenti.... etc. etc. etc..

Limone Piemonte

webcam centro paese

... Ma arriva altra neve...

Guardate l'ampio arco perturbato che si avvicina alle Alpi da Nord Ovest...

Pausa serena...

dal satellite Meteosat

Così come sulla Granda...

webcam Cuneo Corso Nizza

Pallido sole in Riviera...

webcam marina degli Aregai

Minime Ponente, dai 3 gradi di Savona ai 6 di Sanremo...

dati Arpal

Minime allegramente sottozero...

La più "calda" Biella, la più gelida Cuneo

sabato 26 gennaio 2013

Imperia: minima 5,2 gradi - massima 9,9.

dati osservatorio meteosismico di Imperia

Se non avete mai visto due paraseleni, eccoli sull'Alaska...

... fotografati dall'Alaska due riflessi della Luna ai bordi dell'Halo provocato dai ghiacci in atmosfera... Vengono chiamati "Paraselene" ( o ...seleni) ad imitazione del parelio, fenomeno simile ma che si verifica con il Sole.

Alaskan Moondogs

Image Credit & Copyright: Sebastian Saarloos

Explanation: Moonlight illuminates a snowy scene in this night land and skyscape made on January 17 from Lower Miller Creek, Alaska, USA. Overexposed near the mountainous western horizon is the first quarter Moon itself, surrounded by an icy halo and flanked left and right by moondogs. Sometimes called mock moons, a more scientific name for the luminous apparations is paraselenae (plural). Analogous to a sundog or parhelion, a paraselene is produced by moonlight refracted through thin, hexagonal, plate-shaped ice crystals in high cirrus clouds. As determined by the crystal geometry, paraselenae are seen at an angle of 22 degrees or more from the Moon. Compared to the bright lunar disk, paraselenae are faint and easier to spot when the Moon is low.