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Ultima spiaggia, ultimi giorni dell’umanità? Fedeli al sottotono subalpino, diciamo di no. Però una certa inquietudine ci coglie e i colori inusuali del cielo di Torino ci impensieriscono un poco.
In fondo il tema della salvaguardia dell’ambiente che in questo periodo è molto dibattuto ci ha sorpresi abbastanza brutalmente, con incendi che non ci aspettavamo in questa stagione. Già purtroppo avevamo assistito ai roghi dell’estate, ma ci illudevamo che fossero finiti. E ci illudevamo anche che qui noi ne fossimo a questo punto indenni. Invece no. Una serie di circostanze climatiche a cui si è aggiunta a quanto pare l’idiozia umana ci ha costretti ad assistere a uno spettacolo che non ci aspettavamo così alle porte della città. E come si sa quello che capita vicino a noi ci colpisce di più di quello che avviene in altre regioni o in altre parti del mondo. La cosa che forse ci ha più sorpresi è stata la cenere perché la cenere ci riporta a tragedie storiche che avevamo conosciuto attraverso i libri scolastici.
Ieri sera il cielo era più limpido, ma mi hanno detto i volontari e i vigili del fuoco della zona che il pericolo è presente sempre, anche di notte, anche in assenza di fiamme visibili. Infatti, cosa che non sapevo, il fuoco corre anche sotto terra perché lì è presente un immenso braciere. Non bastano le decisioni pur tardivamente prese nei summit internazionali, è necessario che si aggiunga l’educazione personale attraverso la famiglia, la scuola e la frequentazione dei libri, perché io credo che chi ha l’abitudine di leggere non assuma in nessun caso comportamenti simili a quelli di certi ultras della curva della Lazio. E del presidente della squadra.
Margherita Oggero