ebook di Fulvio Romano

sabato 28 ottobre 2017

Il diritto alla lagna

LA STAMPA

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 L’altro giorno un uomo di Bologna ha denunciato il Comune perché gli universitari in strada fanno chiasso, e casa sua s’è deprezzata. C’è chi cause del genere le ha vinte. Una donna di Domodossola l’ha intentata al suo Comune perché era caduta dalle scale di un condominio, e pure la moglie di un sindaco del Brindisino morto al lavoro, nonostante fosse in ferie, e dunque in un certo senso ha intentato causa al marito morto. È sempre colpa dello Stato. Avete un figlio seminazista da curva? Colpa della scuola che non l’ha educato bene. L’aria è sporca? Colpa dell’amministrazione che non ha bucato le gomme delle auto. Wanna Marchi vi ha promesso l’amore con infusi di rospo? Colpa di chi non l’ha arrestata per tempo. Un tizio di Vallo della Lucania ha portato lo Stato in tribunale (che gli ha dato ragione!) perché aveva scialacquato una fortuna al Gratta e vinci, e nessuno l’aveva avvertito che gratti sempre e non vinci quasi mai. Lo Stato deve pensare a tutto: trovarci casa, lavoro, darci prosperità e benessere. Lo straordinario è che solo 6 italiani su 100 hanno fiducia nei partiti (ricerca Demos), 11 nel Parlamento, 20 nel governo. Nessuna fiducia e totale affidamento. Si moltiplicano studi e convegni per dare contorno giuridico a nuovi diritti: al sesso, al sentimento, alla bellezza («anche i poveri hanno diritto a essere belli», ha gridato un chirurgo estetico). Del resto lo scriveva Giuseppe Prezzolini 96 anni fa: «L’italiano non dice mai bene del governo, però si lagna perché il governo non pensa a tutto».  BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI 

Mattia Feltri