ebook di Fulvio Romano

mercoledì 25 ottobre 2017

“Senz’acqua anche per la neve artificiale”

LA STAMPA

Cuneo

Nell’attesa di piogge in quota


I grandi comprensori e i piccoli centri preoccupati dalla mancanza di scorte

Se la spaventosa siccità di questi mesi dovesse ancora prolungarsi, saranno guai seri anche per lo sci. Non solo per la mancanza di neve naturale, ma pure per l’industria di quella «fai da te». Un settore su cui alcuni comprensori, vedi il Mondolè, sono all’avanguardia da anni. E ora attendono il contributo, decisivo per loro, del progetto finanziato dalla Fondazione Crc. Obiettivo: essere il primo comprensorio sciistico piemontese coperto al 100 per cento dall’innevamento artificiale.

A far neve al Mondolé ci pensano dagli Anni ’90, quando i primi inverni avari di precipitazioni hanno dimezzato -in certi anni neri pure azzerato - quelle favolose stagioni dello sci incorniciate da muraglioni di neve alti come palazzi. Così sono spuntati i primi cannoni artificiali. Oggi tra Prato Nevoso, Artesina e Frabosa Soprana se ne contano circa 220, serviti in gran parte dai bacini di accumulo. Il Mondolè ne ha quattro. Capofila la stazione di Prato Nevoso, con due grandi invasi: uno in località Trucca Sapè a servizio degli impianti del Verde e del Rosso, l’altro al Colle del Prel, a servizio degli impianti della Conca.

Gian Luca Oliva, ad di Prato: «Un altro grande bacino, i cui lavori di costruzione partiranno in primavera, è stato appena approvato. Perché una moderna stazione sciistica, oggi, non può esistere senza laghi di accumulo. Poi succedono gli eventi imponderabili come la siccità che sta colpendo tutto il Nord Ovest con conseguenze preoccupanti. Ma siamo a fine ottobre: speriamo che da qui a un mese le cose cambino con le prime piogge o nevicate in quota».

Frontiera del futuro

Anche Limone punta molto sulla frontiera del futuro: ma qui, anche se il progetto è di realizzare un maxi invaso di 180 mila metri cubi d’acqua, l’anno scorso si sono spesi 700 mila euro per l’innevamento artificiale mirando molto sul miglioramento del sistema di adduzione dalle sorgenti.

Nicola Dalmasso, vice presidente Lift e presidente di Cuneo Neve è ottimista: «Da noi l’acqua per fortuna c’è. Perché a Limone, dove pure stiamo progettando un grande invaso e dove contiamo su alcuni micro bacini, abbiamo puntato molto sul sistema delle captazioni dirette. Oggi ne abbiamo quattro. L’anno scorso abbiamo potenziato quella della zona del Belvedere, seguirà quella di Limonetto». Anche perché di acqua ne serve tanta per far neve ogni anno, circa 200 mila metri cubi in un comprensorio di grandi dimensioni come Limone.

Microstazioni

E nelle piccole stazioni? Tutte guardano con preoccupazione all’inverno. «Ora l’acqua manca ovunque - spiega Roberto Dadone, portavoce in Granda per le microstazioni -. Ma il problema dell’artificiale è più contenuto qui. Perché servono 10-12 mila metri cubi l’anno di acqua per garantire una stagione: il 90% di loro, con i soldi della Regione, risolverà il problema».

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