ebook di Fulvio Romano

martedì 24 ottobre 2017

“La siccità ha reso i terreni impermeabili A rischio le coltivazioni di grano e orzo”

LA STAMPA

Cronaca

La denuncia di Coldiretti Torino

“La siccità ha reso i terreni impermeabili

A rischio le coltivazioni di grano e orzo”

La vera emergenza è il grano. Ma se le condizioni meteorologiche non dovessero cambiare, e in fretta, la stessa criticità riguarderà anche il frumento, l’orzo e il foraggio per il bestiame». Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, è appena rientrato da un sopralluogo a Bussoleno, teatro degli incendi che, alimentati dal vento, stanno divorando la vegetazione. «Per fortuna gli agricoltori della zona hanno subito attivato gli impianti di irrigazione, in modo da salvare i loro campi». Il fuoco si è mangiato decine di ettari di bosco. E secondo le stime della stessa Coldiretti ci vorranno almeno 15 anni prima che l’area torni ad essere popolata di querce e faggi. 

Ma è la siccità il nemico numero uno di questi mesi, in un territorio che non vede precipitazioni regolari ormai dallo scorso maggio. «Sarebbe inutile e sbagliato nascondere i problemi: oggi i campi sono talmente aridi da essere diventati impermeabili. Chi ha provato a bagnarli dando fondo alle proprie risorse idriche, non ha comunque ottenuto risultati soddisfacenti». E alle pazzie del meteo si aggiungono le direttive europee, che stabiliscono confini temporali ben precise per la semina dei prodotti. Un esempio? «Tra quindici giorni scadranno i termini per il grano e per la soia. Il rischio vero è quello di vedere cancellati i raccolti della prossima primavera». 

Le zone del Torinese che stanno pagando il prezzo più alto per l’assenza d’acqua? «Sono quelle della zona Sud: le aree attorno a Chieri, Moncalieri, Carmagnola e i territori del Pinerolese. Va meglio a Nord del capoluogo, perché allevatori e agricoltori hanno superato l’estate grazie all’apporto idrico garantito dalla Dora. Ma non si può certo immaginare di usare pompe e impianti per tutto l’anno. Così facendo, infatti, i costi di produzione non vengono compensati dai prezzi imposti da un mercato sempre più agguerrito». Soltanto lo scorso settembre, Coldiretti ha chiesto e ottenuto dalla Regione una deroga alle quote di gasolio destinate alle aziende agricole, che in caso contrario, esauriti gli sgravi fiscali, si sarebbero dovute adeguare ai tariffari del libero mercato. 

Prima ci sono state le gelate fuori stagioni, poi le grandinate e i rovesci che non hanno certo contribuito all’irrigazione regolare dei campi. Cosa si può fare per aiutare il settore produttivo? «Il sistema delle etichettature, già applicate in Piemonte per le carni e per il latte, ha garantito un mercato stabile - dice Galliati -. Adesso bisogna intervenire sulle norme europee in tema agro-ambientale. Bisogna avere la forza e la determinazione per andare a discuterne direttamente a Bruxelles. Dobbiamo spiegare l’evidenza di una crisi del settore che non può essere sottovalutata. Perché i cambiamenti climatici degli ultimi anni tracciano uno scenario preoccupante anche per i prossimi anni». 

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federico genta


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