ebook di Fulvio Romano

martedì 10 ottobre 2017

Il Nobel che svela i segreti delle fake news

LA STAMPA

Economia

l’esperto della scuola di chicago ha messo al centro dei suoi studi i fattori emotivi. impersonò se stesso nel film «la grande scommessa»


Premiato Thaler, l’economista-psicologo che ha spiegato perché crediamo alle notizie false

Aiutano a capire perché la gente talvolta creda alle frottole gli studi dell’americano Richard Thaler, premiato ieri con il Nobel per l’Economia. Per difetti di conoscenza, per fattori emotivi, per imitazione degli altri, spesso accade di perdere denaro o di rinunciare ad occasioni di guadagno.

Proprio in questi tempi in cui si temono le «fake news», le notizie inventate, torna utile il libro «Nudge: la spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni sul denaro» (Feltrinelli 2014) che Thaler ha scritto insieme con il politologo Cass Sunstein.

Ovvero, come Thaler stesso disse in tv l’anno scorso durante la campagna elettorale, «a chi vota Donald Trump non interessa che alcune sue affermazioni siano contraddittorie tra loro, e che altre siano manifestamente false. Sono arrabbiati, e vogliono mostrarlo». Fa parte di una scuola – già premiata con il Nobel a Daniel Kahneman nel 2002 – che ha fatto ricorso alla psicologia per criticare certe basi su cui lo studio dell’economia si era fino allora fondato: ovvero che, nella media, gli umani usino saggiamente e razionalmente il loro denaro.

Così l’hanno chiamato a impersonare sé stesso in una scena del film «La grande scommessa» per confutare un’illusione assai comune sui mercati finanziari. Non c’è ragione, dice, perché un fondo di investimento redditizio negli anni passati lo rimanga anche in futuro (infatti ne ha fondato uno lui, per cercare di guadagnare con le sue scoperte). Nato 72 anni fa nel New Jersey, laureato in una università non famosa, insegna ora alla Chicago Booth School of Business, dove prevalgono i neoliberisti che critica. Racconta il suo percorso nel libro «Misbehaving» aperto da una citazione dell’italiano Vilfredo Pareto.

Agli inizi della carriera di professore, Thaler proponeva ai suoi studenti una prova molto severa, con punteggi fino a 100. Il voto medio risultava attorno a 72, e gli studenti protestavano. Escogitò allora di alzare il punteggio massimo a 137 senza mutare la difficoltà del test. Dato che così ottenevano punteggi medi vicino a 100, gli studenti furono da subito più contenti. L’aritmetica dice che 98 su 137 è all’incirca lo stesso, anzi un pochino meno, che 72 su 100; ma l’effetto cambiava. Secondo le dottrine economiche correnti, non avrebbe potuto essere così.Quelle dottrine si fondavano sull’illusione che si potesse descrivere la realtà a partire da una astrazione chiamata «homo oeconomicus» capace in ogni momento di calcolare il massimo vantaggio attraverso un freddo uso dei numeri. Secondo Thaler, si finisce così per dipingere degli extraterrestri, gli «Econ», molto diversi da noi.

Tenta di mettere in conto le stranezze umane l’economia comportamentale, ora sempre più insegnata nelle università. Fondata dagli israeliani Kahneman e Amos Tversky, l’hanno proseguita Thaler e Robert Shiller, co-vincitore del Nobel 2013, uno dei pochi a prevedere la grande crisi finanziaria. Nel libro scritto con Sunstein (che è stato anche consigliere di Barack Obama), Thaler propone di combattere le scelte politiche irrazionali dei cittadini senza mai vietare nulla: con l’informazione, con incentivi vari. Ad esempio come fa l’Europa con la scritta «il fumo uccide» sui pacchetti di sigarette.

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stefano lepri


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