Italia
Il Rosatellum
apre le porte
al ritorno
delle coalizioni
L’approssimarsi delle elezioni (ormai si parla apertamente, senza tema di smentite da parte del Quirinale, di chiusura della legislatura tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo) spinge tutti a ragionare. S’è visto nel centrodestra, dove però negli ultimi giorni il referendum per l’autonomia sta creando qualche problema tra Salvini e Meloni, con Berlusconi nella veste del paciere. E si comincia a vedere nel Pd, dove un inedito Renzi ieri in direzione ha proposto di approvare il Rosatellum e tornare a una coalizione, di cui non ha precisato i possibili alleati, ma che s’intuisce sarebbe con Ap, Pisapia e i radicali di Emma Bonino, non con i fuorusciti di Mdp, che tuttavia il segretario dichiara di non considerare «nemici».
Che ci sia un elemento di tattica volto a spingere anche i più perplessi sulla nuova legge elettorale a votarla, è possibile. Renzi stesso non è affatto sicuro che sarà approvata (sebbene la direzione l’abbia varata all’unanimità), ed è consapevole che dei parlamentari in carica, e in dubbio sulla propria riconferma, chi ritiene di avere ancora un rapporto con il territorio possa sentirsi più garantito dal Consultellum, con il ritorno delle preferenze, che dal Rosatellum, che con il suo terzo di collegi uninominali e due terzi di listini di candidati bloccati, riproporrebbe un Parlamento di nominati scelti dai capipartito.
Sulle alleanze il segretario non è entrato in dettagli, sia perché la coalizione che ha in mente è ancora tutta da costruire (ed è la ragione per cui nei giorni scorsi è andato a parlare con Prodi), sia perché è convinto che anche all’interno del gruppo degli scissionisti ci sia una parte disposta a negoziare sui collegi, dove effettivamente un accorto dosaggio delle forze potrebbe portare risultati insperati. Se davvero si voterà su una scheda unica, in cui l’elettore sarà chiamato a scegliere il parlamentare del suo collegio e la coalizione per il canale proporzionale, alla fine il Pd potrebbe puntare ad avere una quarantina di deputati in più del magro bottino previsto con il proporzionale. Ma siamo insomma all’inizio di un ragionamento e alla vigilia di votazioni alla Camera e al Senato in cui il Rosatellum, come accadde al Tedeschellum a giugno, potrebbe essere impallinato dai franchi tiratori. Una previsione vera delle disponibilità in campo, per il ritorno a una coalizione di centrosinistra su cui fino a qualche giorno fa nessuno avrebbe scommesso, si potrà fare solo dopo aver saputo con quale legge si andrà a votare.
Marcello
Sorgi