ebook di Fulvio Romano

mercoledì 3 dicembre 2014

Folklore Meteo. Novembre. Uberto ed Eustachio: il cervo, la croce e la caccia

3 novembre, è il giorno di sant'Uberto, saint Hubert, vescovo nelle Ardenne ma soprattutto noto per il miracolo della croce che gli apparve tra le corna del cervo che stava cacciando... Episodio comune a Uberto come a Eustachio e altri santi europei...
Ma qui Uberto ( che è il patrono dei cacciatori) ci interessa per un bel detto francese relativo al 3 novembre:

"À Saint-Hubert les oies fuient l'hiver"

... in questa data le oche (selvatiche) fuggono l' inverno e migrano verso i paesi caldi. Inutile dire che cadevano così sotto le armi dei cacciatori andando a costituire una ricca riserva di carne per l'inverno...

Ecco come viene narrata la vicenda di Uberto nel bel bassorilievo (foto mia) della cappella di Saint-Hubert del castello di Amboise dove sarebbero sepolti i resti di Leonardo da Vinci...



Ma la storia del franco-belga Uberto (comunque patrono dei cacciatori anche da noi) si intreccia con quella del più “italico” Eustachio, venerato soprattutto in Centro e Sud Italia. Ed è una storia legata proprio ai primi di novembre, periodo evidentemente considerato di “svolta”.
La festa dedicata a Eustachio era originariamente il 1 novembre, poi fu spostata al 2 novembre e quindi ( ma già nell' VIII secolo) al 20 di settembre... Il mito-leggenda di Eustachio e della sua famiglia è molto complesso e lo ritroviamo "mutatae mutandis" in diversi ambiti geografici e mitologici. La parte più nota della complessa vita è la sua vicenda di generale romano (Placido ) che combatte con Traiano e che sarà poi martirizzato da Adriano (dopo aver costretto lui e i suoi familiari dentro un toro di bronzo bollente...), ma che - soprattutto- si convertì dopo aver inseguito a caccia un bellissimo cervo entro le cui corna risplendeva una croce luminosa mentre una voce gli chiedeva "Perché mi perseguiti...?".
Una storia questa del tutto simile a quella di sant'Uberto del 3 novembre e per questo motivo patrono dei cacciatori. Simile a quella di Uberto e di altri santi...
Inutile dire il fascino mitologico che contiene la storia di Eustachio, un fascino che ritroviamo ad esempio nello straordinario quadro del Pisanello dove al cervo altri animali selvatici si aggiungono , come l'orso ( che compare nel lato destro in alto del quadro)...



Oppure nella  pala di sant'Eustachio del Dürer, così come l'affascinante citazione che ne fa Pieter Brueghel nel suo celebre "Cacciatori nella neve" nell'angolo sinistro del quadro dove - sopra i contadini che bruciano la cotica del maiale, appare l'insegna dell'osteria "Al Cervo" con il
miracolo di Eustachio...


La digressione per dire quanto complessa può diventare la lettura di un giorno calendariale, tanto più che poi vi si aggiungono anche i detti della meteorologia popolare, che a loro volta moltiplicano allusioni ed ascendenze...
Nel caso di Eustachio, venerato da secoli in Italia, citeremo - ancora una volta- un detto francese, che ben rappresenta l'aura meteo della data autunnale, spostata come abbiamo visto al 20 di settembre per far posto alle festività dei Morti.

"Gelée blanche de saint Eustache
grossit le raisin qui tache"

La gelée blanche è la brina che a colte già sul finale di settembre può sostituirsi alla rugiada... Ed è un freddo mattutino che aiuta la maturazione dell'uva anche se, aggiunge il detto, ne può macchiare gli acini...
Ed allora, quante cose. I santi, il calendario e le sue date spostate, gli animali selvatici e mitici, le storie di Eustachio e della sua famiglia, la croce, l'iconografia antica e pre rinascimentale, i detti e il folklore, la vite e l'uva....