ebook di Fulvio Romano

sabato 7 ottobre 2017

La storia di una famiglia in una tenuta romana

LA STAMPA

Cultura


All’inizio di questo romanzo familiare nella Roma ancor papalina c’è Francesco, figlio di Pietro Paolo Ceribelli, ebanista di Bergamo che, chiamato a lavorare in Vaticano, si trasferisce a vivere sul Tevere. Ragazzo assai sveglio, Francesco si laurea in ingegneria e dimostra stoffa imprenditoriale collaborando tra l’altro alla costruzione della ferrovia Firenze-Arezzo. Nel 1897 l’occasione di una vita. Ceribelli che vive in via Aracoeli con la moglie Elisabetta e 5 figli approfitta del crac della Banca Romana aggiudicandosi all’asta a prezzi stracciati le tenute del Pino e Grotta Perfetta: mille ettari di terreni a soli 7 chilometri dal centro città. 
Gran affare? Ha ricordato il nipote, Luigi: «Si trattava, in realtà, di beni assolutamente improduttivi». Paludi, acquitrini, malaria: nessuno voleva più viverci. Francesco riproduce a Grotta Perfetta i metodi di coltivazione che aveva visto in Emilia, ristruttura i casali per le famiglie dei contadini emiliani che porta nell’Agro Pontino, fa lavori di bonifica, crea un allevamento di vacche da latte. Carne, latte, ortaggi per la città. A inizio ’900 Grotta Perfetta è un’azienda agricola modello. «A quei tempi», ricorda ancora Luigi Ceribelli, «la città finiva alla basilica di San Paolo, bisognava prendere il famoso tram 23. Poi, altri 5 chilometri con il calesse fino all’altezza di quello che oggi è l’incrocio tra la Cristoforo Colombo e via di Grotta Perfetta. C’era un cancello con una guardiana che si chiamava Arianna e da lì si saliva per il famoso viale dei pini». 
Duecentoventi anni dopo tra piani regolatori con espropri (ma ottime compensazioni con altre aree dove costruire per la fortunata famiglia) e la nascita nel 2002 del Parco pubblico dell’Appia la bella tenuta, un vero paradiso verde, è molto ridimensionata ma dietro a 2 cancelli senza portiere oggi abitano - in un singolare condominio familiare - 100 persone dai vari cognomi (Pediconi, Nasso, Calabresi, Barluzzi, Di Paola), tutti e solo parenti, fino ai bambini, quinta generazione di discendenti dell’avveduto Francesco Ceribelli. «Tutti noi abbiamo un legame fortissimo con Grotta Perfetta. Ho solo bei ricordi, vi ho vissuto fino a quando mi sono sposata. È un legame che mi ha aiutato moltissimo negli ultimi 20 anni in cui ho seguito mio marito a Londra, Francoforte e Milano. Ovunque andassi, qualunque cosa succedesse c’era sempre quel luogo del cuore dove tornare. Da tempo era mio desiderio profondo ricostruire con mamma Luisa e gli zii, terza generazione Ceribelli, questa nostra storia perché soprattutto per i più giovani come mia figlia, Matilde, non andasse smarrita», spiega Agnese Barluzzi. 
Laureata in storia dell’arte, master in museologia al Courtald Institute di Londra, fondatrice dell’associazione culturale «Looking at Art», Agnese riconosce a suo marito, Flavio Valeri, il banchiere capo di Deutsche Bank in Italia, d’averla motivata («Lui è un caterpillar») a scrivere questa storia. Risultato: «Grotta Perfetta, il racconto di una famiglia e di una campagna nel cuore di Roma» (181 pag. foto e documenti d’epoca, coautore Aldo Romano Innocenti. Rizzoli, edizioni speciali): libro riservato ai suoi 99 parenti e agli amici più cari e frutto di 18 ore d’interviste. Un racconto corale che è un curioso spaccato di vita della ricca borghesia romana. Per scenario, anno dopo anno, la tenuta alle porte della capitale. In particolare, i sereni anni del dopoguerra con Antonio Ceribelli, sua moglie Emilia e i loro 7 figli che fanno di Grotta Perfetta un luogo di grande bellezza e di dolce vita tra il campo da tennis e la piscina, gare di cross a cavallo e indimenticabili feste frequentate da amici come Paola Ruffo di Calabria, futura regina del Belgio e Lidia De Gasperi. Oggi che i casali sono equamente divisi tra i parenti e il verde resta in comune, Grotta Perfetta racchiude un nuovo incantesimo. Ma non litigate mai? Agnese che ha dedicato il libro oltre che a sua mamma Luisa e a sua figlia Matilde alla sorella Sabina Carrassi del Villar scomparsa nel 2015 sorride: «I problemi ci sono ma si riesce sempre a trovare un accordo. Tutti noi speriamo che sarà sempre così».

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Chiara Beria

di Argentine


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