ebook di Fulvio Romano

giovedì 12 ottobre 2017

La legge in votazione è già campagna elettorale ( Sorgi)

LA STAMPA

Italia


L

e prime due votazioni di fiducia sulla legge elettorale si sono svolte in un clima di forte tensione, con il Parlamento assediato dalle manifestazioni dei 5 Stelle e della sinistra e una rottura affiorata anche all’interno del centrodestra tra la Meloni, contraria al Rosatellum, e Berlusconi e Salvini, favorevoli. Tutto lascia presumere che il rifiuto della legge che con molte probabilità sarà varata solo grazie alle votazioni palesi, volute per spuntare le armi dei franchi tiratori, già pronti a silurarla, diventerà l’argomento centrale della campagna elettorale per le regionali siciliane e per il municipio di Ostia, sciolto dopo l’inchiesta Mafia capitale e l’arresto del presidente Pd dell’amministrazione. È in relazione a questo che ieri nel Transatlantico si poteva cogliere, beninteso sottovoce, qualche mugugno anche all’interno della maggioranza renziana del Pd, in particolare tra i gentiloniani, che hanno preso male la forzatura della fiducia di cui il premier in carica rischia di pagare il conto più alto.

Fino a due giorni fa Gentiloni, pur essendo stato sempre solidale con Renzi, si era costruito l’immagine di uomo del dialogo, buono per guidare il governo nei mari procellosi di questa fine legislatura oggi, e forse anche domani, dopo il voto politico della prossima primavera, in caso di risultati poco chiari e della necessità di formare un governo di larghe intese. L’ultimo azzardo di Renzi sulla fiducia, ha avuto l’effetto di cancellare tutto il lavoro di dialogo e di mediazione svolto dal premier in questi mesi e schiacciare Gentiloni sulla linea dura del segretario del Pd per la legge elettorale: che tra l’altro, a detta di quelli che non trattenevano le proprie perplessità, non è detto si riveli così conveniente per il centrosinistra. Questo fa capire perché Renzi punti ad arrivare al varo del Rosatellum anche in Senato al più presto, e comunque prima del voto siciliano e amministrativo del 5 novembre. Difficilmente, infatti, in caso di nuova sconfitta nelle urne, l’accelerata di fine legislatura potrebbe esser portata a compimento senza contraccolpi.

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Marcello