ebook di Fulvio Romano

domenica 15 ottobre 2017

Come il sogno di Ostana è diventato realtà

LA STAMPA

Cuneo

La ripresa di un paese che era sceso a 5 residenti


Ha vinto il “Cresco Award” dedicato ai Comuni con meno di 15 mila abitanti

Da matrigna che strangola i figli, lasciando loro come unica possibilità di sopravvivenza la pianura, a terra che valorizza le tradizioni e si batte per l’inclusione sociale. È la storia di Ostana, che ha permesso a uno dei borghi più belli d’Italia di ottenere un importante riconoscimento: il «Cresco Award», nella sezione dedicata ai Comuni con meno di 15mila abitanti, istituito dalla Fondazione Sodalitas, organizzazione di riferimento in Italia per la sostenibilità e la responsabilità sociale di impresa, con patrocinio e collaborazione di Anci. La premiazione si è svolta durante il congresso annuale Anci, l’altro giorno a Vicenza. A ritirare il riconoscimento il sindaco Giacomo Lombardo.

«Ostana: ritorno e sviluppo» è il progetto presentato. Racconta l’evolversi del «sogno di Ostana».

Il crollo e la ricrescita

Negli Anni ’70 il borgo subì un crollo demografico senza precedenti (da 1000 abitanti a 5 residenti effettivi). Un fenomeno che l’Amministrazione decise di combattere non con la cementificazione, realizzando impianti sciistici e nuove costruzioni, ma riflettendo sul valore di una montagna autentica. «Nell’immediato parve un’occasione persa - dice Lombardo -, ma, mentre in pochi decenni il turismo dei grandi numeri mostrò le prime fratture, Ostana tornò a crescere». Tra gli elementi fondamentali, l’adozione di un Piano regolatore nei primi Anni ’80, prima che diventasse obbligatorio. Il primo risultato fu l’apertura di un rifugio comunale, parallelamente agli affittacamere privati. «Ogni decisione è stata sempre discussa in Consiglio o assemblee aperte - prosegue il sindaco -. Nuovi e vecchi si sono aggregati in associazioni per la salvaguardia della cultura locale e la rinascita». Come «I Reneis» per l’allestimento del Museo Etnografico, la Pro loco e gli Alpini per eventi e giornate di lavoro collettivo, Chambra d’Oc per il Premio internazionale «Scritture in lingua madre» e, più di recente, L’Aura, scuola di cinema, e Bouligar, associazione giovanile che gestisce il Centro culturale di borgata Sant’Antonio.

Capisaldi del recupero pietra e legno, con solare, termico, fotovoltaico, mini eolico e geotermico. Grazie a fondi con bandi europei, nazionali e regionali e contributi delle fondazioni bancarie. Ma anche dalla collaborazione con il Poli di Torino per gli interventi edili e delle facoltà di Antropologia, Scienze forestali e Biologia per il recupero sociale e ambientale.

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giulia scatolero