ebook di Fulvio Romano

mercoledì 16 luglio 2014

Il fisso risupera " in discesa" il mobile. La Tv perde 366 milioni, i giornali 700 milioni!

LA STAMPA

Economia

numeri in rosso nella relazione alle camere dell’agenzia per le comunicazioni

Telefoni, la controrivoluzione

Il fisso riagguanta il mobile

Ricavi in calo in tutti i comparti della televisione e dei media digitali

La crisi economica uccide tutto, uccide persino le galline dalle uova d’oro. La televisione, grande schiacciasassi di fine XX secolo, adesso subisce un’emorragia di ricavi sia nella sua versione tradizionale sia nella pay-tv. E persino la telefonia, che sembrava l’affare del millennio, perde fatturato su tutti i fronti, cioè sia nel fisso sia nel «mobile» (cellulari e affini). Sono alcune delle cose che si leggono nella relazione annuale al Parlamento dell’Agenzia per le Comunicazioni, una relazione che si risolve in uno sfoglio ininterrotto di segni meno e di numeri in rosso.

Attenzione: le due storie della tv e dei telefoni sono parallele ma il calo degli introiti può non avere le stesse origini in un caso e nell’altro. I ricavidelle compagnie televisive vanno giù soprattutto per la minore disponibilità economica degli inserzionisti pubblicitari e per la ridotta capacità di spesa delle famiglie, mentre nella telefonia prevalgono l’accanita concorrenza dei prezzi fra gli operatori del settore e le varie manovre tariffarie dell’Autorità a vantaggio degli utenti.

Quale che ne sia il motivo, nel settore dei telefoni c’è stato (quasi) un sorpasso in retromarcia. Negli anni scorsi il telefono cellulare aveva superato, per fatturato economico, il tradizionale telefono fisso. Invece nel 2013 il fisso è tornato ad acciuffare il mobile, ma solo perché ha perso ricavi un po’ meno di quell’altro. I numeri: nel 2003 la telefonia mobile con 16,7 miliardi di euro superò i 16 miliardi di quella fissa. Un decennio dopo i due tipi di telefono sono appaiati a 17,2 miliardi di euro di ricavi. I dati del 2013 sono più alti di quelli del 2003 ma più bassi che nel 2012. L’anno scorso i ricavi da telefonia fissa sono scesi del 7,4% mentre quelli da telefonia mobile sono crollati del 13,8%. La singola voce che è andata più giù è quella degli Sms tradizionali (-25%).

Fra i pochi segni più che spiccano nella Relazione dell’Agcom c’è il dato sull’accesso e la navigazione su Internet: un +13% che però non basta a cambiare l’andamento negativo generale.

Capitolo tv. L’anno scorso i ricavi delle compagnie sono calati del 4,4%, passando dagli 8 miliardi e 387 milioni del 2012 agli 8 miliardi e 21 milioni del 2013. E il trend negativo si protrae dal 2011. Le tv gratuite nel 2013 hanno rastrellato 4 miliardi e 694 milioni, con un calo del 6% rispetto al 2012 dovuto in particolare al crollo della pubblicità. Meno accentuata la riduzione dei ricavi delle tv a pagamento, -2% a 3 miliardi 325 milioni.

Il piatto che piange di più è quello dell’editoria su carta, che nel 2013 ha perso quasi 700 milioni di ricavi. Il fatturato dei quotidiani è sceso del 7%, quello dei periodici addirittura del 17,2%. In numeri assoluti gli introiti dei quotidiani calano da 2,5 miliardi nel 2012 a 2,3 miliardi nel 2013 e quelli dei periodici da 2,8 a 2,3. Il fatturato dei quotidiani è ormai lontano dai 3,1 miliardi del 2009: nel 2013 restano quasi stabili i ricavi da vendita di copie (-0,48% a 1 miliardo 162 milioni) mentre a pesare è il calo della pubblicità (-13,17% a 983 milioni). E gli altri ricavi scendono del 16,53% a 107 milioni.

luigi grassia


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