ebook di Fulvio Romano

sabato 9 agosto 2014

Laurana Lajolo: la natura violentata della Marca Trevigiana e i poeti inascoltati

LA STAMPA

Asti

La natura violentata

e i poeti inascoltati

Dopo il disastro di Refrontolo nel Trevigiano si è scritto che la causa va ricercata nella coltivazione intensiva della vigna che dà il Prosecco, perché le ruspe per gli impianti rimodellano intere colline disboscando. E questo è visibile anche nelle zone del Barolo, del Barbaresco e del Moscato. La Marca Trevigiana era chiamata il giardino di Venezia con le sue belle ville venete, ma ora in quei luoghi dall’inizio dell’anno vi sono già state 523 frane. Se fosse ancora praticata l’antica sapienza contadina e si rispettasse la biodiversità di alternanza di coltivi e boschi si potrebbe adeguatamente governare il terreno senza danni e vittime, facendo una seria manutenzione e invertendo anche l’orientamento attuale di sfruttamento del territorio per una nuova concezione di sviluppo economico.

Enzo Bianchi definisce come «patto biblico» la relazione che il contadino di una volta stabiliva con la sua vigna, perché è indubbiamente lui il migliore custode della terra se realizza un’agricoltura sostenibile per l’ambiente. E un grande poeta come Andrea Zanzotto, nato a Pieve di Soligo (vicino al disastro), denunciò già alcuni anni fa il degrado del paesaggio della Marca così bello e predisse che la natura violentata dagli uomini si sarebbe vendicata. Ma i poeti sono spesso inascoltati.

Laurana

Lajolo