Sblocca Italia, trattativa Padoan-Lupi su infrastrutture e pacchetto casa. Ma al decreto mancano risorse fresche
Da una parte le promesse del presidente del Consiglio, fatte proprie dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, dall'altra il mite ma fermo altolà posto da Pier Carlo Padoan, sorvegliante dei conti pubblici già alle prese con una pesantissima manovra di autunno. Sul decreto Sblocca Italia, piatto forte del Big Bang promesso da Matteo Renzi per il consiglio dei ministri del prossimo 29 agosto, va in scena la prima rappresentazione, nell'era dell'esecutivo Renzi, di un grande classico della tradizione politica italiana: lo scontro tra i ministri di spesa e via XX settembre. La pioggia di miliardi per rilanciare la crescita non c'é. E anche lo stesso Lupi oggi ha dovuto riconoscere: "Una parte delle coperture potrebbe arrivare nella legge di stabilità"
Il faccia a faccia risolutivo arriverà con ogni probabilità giovedì, quando i due ministri proveranno ad incrociare il volere con il potere sul contenuto finale del provvedimento. Nell'incontro di lunedì con il premier, Padoan ha notificato all'ex sindaco di Firenze gli strettissimi margini di manovra nel bilancio per potere finanziare la lista dei desideri del capo del governo. Oggi il ministro Lupi ha provato a portarsi avanti negando qualsiasi scontro in corso con il Tesoro sulla possibile difficoltà nel reperire risorse per finanziare il provvedimento, puntualizzando che "lo Sblocca Italia mira prevalentemente a sbloccare la burocrazia". L'unica certezza, per il momento, riguarda proprio questo punto. Uno dei capitoli più importanti del decreto: quello dedicato alle semplificazioni burocratiche che nelle intenzioni del governo dovrebbe "mobilitare" risorse per 30 miliardi grazie al via di opere già interamente finanziate. Su tutto il resto, la trattativa con il Tesoro resta aperta fino all'ultimo.
C'è un secondo filone ancora tutto da scrivere nel provvedimento. Quello che riguarda un altro blocco di infrastrutture cantierabili entro il 31 dicembre di quest'anno o il 30 giugno 2015. Su queste, già previste ma non finanziate interamente, serve che il Tesoro metta risorse fresche. Una sorta di cip, spiegano fonti del Ministero delle Infrastrutture, almeno per fare ripartire i lavori, rinviando nuove risorse alla legge di stabilità. L'elenco di queste nuove opere è molto fluido e cambia in continuazione. Originariamente, tra le grandi opere, figuravano 13 grandi infrastrutture come il Terzo Valido o l'Alta Velocità Brescia-Venezia. Ma a queste si aggiungono le centinaia di piccole opere segnalate dalle amministrazioni dopo la consultazione avviata dal premier. Chiudono il capitolo infrastrutture il pacchetto che riguarda i porti, con l'accorpamento delle autorità portuali e quello sulla concessioni autostradali con l'allungamento delle autorizzazioni ai privati in cambio di garanzie sugli investimenti e sul mantenimento delle tariffe.
Anche sulla casa la partita è aperta. Nella conferenza stampa di inizio mese Renzi aveva promesso un pacchetto edilizia con la stabilizzazione dell'ecobonus anche per il prossimo anno, sgravi per gli investimenti in abitazioni in locazione e agevolazioni fiscali per le permute immobiliari che prevedono l’acquisto di immobili ad alto rendimento energetico. Di questi provvedimenti, il primo è già finanziato per tutto il 2014 e quindi l'estensione può essere affrontata con la legge di stabilità. Tutti gli altri necessitano di nuove risorse. Questione che ripropone il braccio di ferro Lupi-Padoan. Una prima bozza circolata in giornata ipotizzava una possibile deduzione del 20% sull'acquisto di case destinate all'affitto a canone concordato, fino a un tetto massimo da 300 mila euro. Bozza, però, smentita a tempo di record da Palazzo Chigi, che ha bollato i documenti usciti nel pomeriggio come "illazioni arbitrarie e anticipazioni scadute".