ebook di Fulvio Romano

mercoledì 27 agosto 2014

"Piante intelligenti" per battere il fusarium delle margherite

LA STAMPA

Imperia

“Piante intelligenti”

e le margherite

hanno più qualità

I primi risultati del progetto a sostegno del vivaismo

Nuovi sistemi per contrastare l’insidioso ”fusarium”

Difficile che un ricercatore si sbilanci più di tanto. Ma quando parla di «risultati promettenti» tutto fa pensare che sia sulla strada buona per centrare l’obiettivo sperato.

Se ne saprà di più fra qual che settimana quando, prima a Sanremo e poi ad Albenga, verranno presentati i primi risultati del progetto «piante intelligenti», finanziato dalla Regione e portato avanti, negli ultimi due anni, dal Cersaa (Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola) di Albenga e dall’Irf (Istituto Regionale per la Floricoltura) di Sanremo con la Cooperativa L’Ortofrutticola sempre di Albenga.

«Piante intelligenti» è un nome curioso ma anche impegnativo. E’ un progetto che si è concentrato sulla ricerca di soluzioni energetiche e di innovazioni produttive soprattutto per quanto riguarda le piante in vaso. Un progetto di «sostenibilità ambientale» che mira ad una maggior qualità ed a più sicurezza per operatori e consumatori. Soluzioni studiate prima in laboratorio e poi in serra che possano avere applicazioni concrete sul piano produttivo. Tre aziende sono già state coinvolte nella sperimentazione dei primi protocolli derivati dagli studi effettuati tra Albenga e Sanremo.

Sul versante sanremese gli studi hanno riguardato soprattutto le margherite, varietà lungamente studiate in questi anni nelle serre-laboratorio di Villa Guardiole sede dell’Irf. Un cavallo di battaglia dell’Istituto. «La ricerca si è concentrata sulle coltivazioni in vaso, a supporto dell’attività vivaistica. Abbiamo lavorato sul fronte fitopatologico, per studiare sistemi di protezione di queste coltivazioni spesso prese di mira da insetti o parassiti nocivi. In sintesi margherite di maggior qualità», spiega Margherita Beruto, direttore dell’Istituto sanremese.

Il nemico numero uno si chiama «fusarium oxysporum», un insidioso fungo parassita che spesso si manifesta, in genere, quando, non ci sono più possibilità per intervenire a contrastarlo. «Partendo da questa considerazione -prosegue Margherita Beruto - il nostro reparto di patologia ha messo a punto nuovi sistemi per identificare il parassita in modo precoce, in modo da poter intervenire in tempo ed evitare danni irreparabili alle coltivazioni».

L’obiettivo, sul fronte produttivo, è quello di valorizzare l’attività vivaistica in senso stretto. Ad Albenga è una realtà da sempre. Nel comprensorio sanremese, dove si è sempre puntato sui fiori recisi, il vivaismo è meno diffuso. «Ma ci sono tante serre un tempo utilizzate per garofani e rose che potrebbero riutilizzate per ospitare ed incentivare l’attività vivaistica - prosegue il direttore dell’Irf - Gli studi fatti con il progetto “piante intelligenti” possono servire anche a dare una spinta offrendo servizi e supporti innovativi, sia produttivi che fitopatologici, per produzioni più sicure e di maggior qualità. Penso che sia importante, soprattutto in periodi di crisi come questo, poter avere la prospettiva di incentivare o sviluppare dall’inizio nuove attività. E gli studi fatti permettono di poter puntare su prodotti di miglior qualità. Sui prezzi l’attività floricola della nostra Riviera può non essere più competitiva ma sulla qualità può, invece, esserlo più di chiunque altro».

BRUNO MONTICONE