Italia
Giustizia e Sblocca-Italia
Renzi prova a scartare
nel giorno più difficile
Via libera al Consiglio dei ministri. Sketch sul gelato
Via libera al Consiglio dei ministri. Sketch sul gelato
Matteo Renzi è anche questo: al severo Economist che lo aveva preso in giro, ritraendolo in copertina con un cono in mano, il presidente del Consiglio italiano ha risposto con uno sketch alla “Amici miei”, una roba davvero originale, mai vista prima. Erano le sette della sera, si era da poco concluso il Consiglio dei ministri e i cronisti, riuniti in sala stampa, sono stati invitati ad accomodarsi nel cortile di palazzo Chigi. Breve attesa e da un androne seicentesco è spuntato un carretto gelati. Tra i giornalisti bocche spalancate, altre impegnate a pronunciare un «noooo!» pieno di stupore e subito dopo è comparso anche Renzi, che si è rivolto al pubblico: «Vengano ad assaggiare un po’ di vero gelato italiano, genuino, non confezionato!». Visto che nessuno si muoveva, Renzi ha rilanciato: «Chi vuole rompere il ghiaccio...». Nulla da fare. Al premier non è restato che mangiarselo da solo, il cono artigianale.
Certo, un episodio marginale. Ma sintomatico del personaggio Renzi e del suo modo di reagire in una giornata controvento. Effettivamente, era stata una giornata particolare: quella della prima, conclamata retromarcia del premier (sei giorni fa aveva detto «Sulla scuola il 29 vi stupirò» e poi non si è visto nulla): quella dell’Italia in deflazione dopo 55 anni; quella del nuovo aumento della disoccupazione; quella del monito Napolitano-Padaon, che in codice avevano invitato Renzi a passare dalle parole ai fatti sul piano delle riforme veramente strutturali. Il presidente del Consiglio avrebbe potuto replicare con il pingue consuntivo del Cdm sui dossier giustizia e opere pubbliche e invece, tanto per cominciare, ha preferito replicare all’immagine folcloristica sull’Italia del settimanale britannico con un atteggiamento analogo: lo sketch del gelato e poi mostrandosi ridanciano, forse per dimostrare che non si sentiva per nulla offeso dalla vignetta.
Matteo Renzi aveva puntato molto su questo Consiglio dei ministri di fine agosto, annunciando a più riprese grandi novità lungo il trittico scuola-giustizia-sblocca Italia. Uno speciale investimento lo aveva fatto sulla scuola, annunciando una speciale sorpresa proprio per il 29. Una sorpresa in gran parte “bruciata” dal ministro dell’Istruzione Giannni che lunedì al Meeting di Rimini aveva preannunciato la futura assunzione generalizzata dei supplenti, quantificati dal “Sole 24 Ore” in centomila. A quel punto i riflettori si erano accesi su una misura, finanziariamente costosa (circa 3 miliardi da inserire nella Legge di Stabilità) e anche molto controversa, visto che almeno la metà degli assunti sarebbero stati precari inseriti nelle graduatorie e dunque non-vincitori di concorso. Due giorni fa, i riflettori riaccesi (in particolare dal ministero dell’Economia) hanno finito per “bruciare” definitivamente la sorpresa e Renzi ha dovuto toglierla dall’ordine del giorno del Cdm.
Da ieri mattina ha provato a tenere il punto («non esiste un problema di copertura»), poi nella conferenza stampa della sera ha resettato l’intera questione: «La riforma le presenteremo mercoledì» e comunque «non si articola nella stabilizzazione dei precari, ma è l’assunzione di un patto con le famiglie, con gli insegnanti». Morale della storia: è archiviato il mega-piano di assunzioni che aveva fatto pensare ad una operazione elettoralistica. Sugli altri due dossier Renzi ha valorizzato il lavoro svolto dai suoi ministri, Andrea Orlando e Maurizio Lupi, mettendo il sigillo sulla significativa novità della responsabilità civile dei giudici: «Chi sbaglia, paga». E prima di lasciare lo spazio ai ministri (che aspettavano nel “retropalco”), Renzi ha concluso il consueto one man show con l’annuncio di nuove conferenze stampa: stanotte a Bruxelles alla fine del Consiglio europeo, lunedì per presentare i Mille giorni, mercoledì per il piano scuola. E domenica discorso alla Festa dell’Unità «con ricchi premi e cotillon per tutti!». Conclusione scherzosa di un leader che ha deciso di rilanciare ogni giorno la narrazione di sé stesso e non ha alcuna intenzione di cambiare stile.
fabio martini