ebook di Fulvio Romano

martedì 26 agosto 2014

La miss Marple di Sanremo incastra il ladro del cimitero

LA STAMPA

Italia

La miss Marple di Sanremo

incastra il ladro del cimitero

Anziana si improvvisa detective e fotografa il colpevole

Esasperata dai furti di fiori, piante e vasi dalla tomba di famiglia ha indossato i panni di Miss Marple, si è appostata dentro il monumento funebre e ha atteso pazientemente la trappola al ladro scattasse. La fotocamera del cellulare dopo qualche mezz’ora di attesa è entrata in azione implacabile e ha appagato curiosità e desiderio di giustizia. La sorpresa è stata scoprire che ha immortalato un signore ottantenne che si era appena preso due piante ornamentali in vaso. Se le stava portando via dopo aver rivelato la sua presenza con l’ombra proiettata dal sole d’agosto contro la porta a vetri colorata dietro la quale si era nascosta la parte offesa.

Accade a Sanremo, al camposanto di Valle Armea nato male in una zona industriale con poco spazio per meditazione e cipressi e sfigurato dal passaggio di una tangenziale che divenne famosa in tutto il mondo per essere uscita da una galleria ed essersi trovata davanti alle tombe. Le segnalazioni di razzie tra i viali tombe sono purtroppo all’ordine del giorno al punto da far ritenere che esista un mercato della ricettazione di quanto viene depredato al caro estinto.

«Dove se ne va con quelle piante? Le mie piante?» è stato l’esordio eloquente della derubata-investigatrice all’anziano «giardiniere» che si era appena preso i vasi dalla tomba della famiglia di lei. E di fronte al palpabile imbarazzo tra i due sono subito saltati fuori gli scatti fatti con il telefono cellulare. «Adesso non va proprio da nessuna parte, si sieda e aspettiamo che arrivino le forze dell’ordine». Ma quando dopo una mezz’ora si è presentata la pattuglia, una volta raccontato cosa era accaduto e spiegati i fatti, ha prevalso la decisione di lasciar correre. Di ammonire, e severamente, l’autore di quel gesto privo di scrupoli e blasfemo ma contestualmente di perdonare, di non infierire con una denuncia penale, magari con il coinvolgimento della famiglia, con l’umiliazione di dover dare una pubblica giustificazione.

Se da una parte il timore è che la giustificazione potesse essere quella di non avere i soldi per portare un fiore o una pianta sulla propria tomba di famiglia, dall’altra esiste anche un altro scenario. Quello di un «arrotondamento» sulla pensione con quei furtarelli al cimitero. Perchè una pianta o un mazzo di fiori freschi possono essere rivenduti, anche per pochi spiccioli. Spiccioli che però possono fare comodo a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.

Ma non ci sono soltanto gli spiccioli. Perchè nell’elenco dei furti avvenuti dall’inizio dell’estate al camposanto dell’Armea, per lo più non denunciati però alle forze dell’ordine, figurano anche quelli di vasi di marmo, di qualche porta-fotografia, di una statuetta di marmo o di bronzo, di un crocifisso. Un’escalation della quale il vecchietto con le piante smascherato da Miss Marple rappresenta la punta dell’iceberg e non chiaramente l’Arsenio Lupin di turno. I controlli? I custodi ci sono, fanno il loro lavoro, ma un paio di occhi come fa a controllare oltre diecimila tombe?

L’eroina della terza età dei romanzi di Agatha Christie amava autodefinirsi una semplice «osservatrice della natura umana» e non una detective. La sigora che l’ha emulata con l’osservazione al cimitero di Sanremo ha fatto emergere un’amara realtà. E nei viali assolati del camposanto dell’Arma adesso la gente ha deciso di «fare quadrato», di segnalare ogni anomalia e ogni furto. Anche a costo di dover ancora chiamare le forze dell’ordine.


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