ebook di Fulvio Romano

mercoledì 27 agosto 2014

Effetto Draghi su Borse e Titoli di Stato europei

LA STAMPA

Economia

prosegue l’effetto draghi sulle borse e sui titoli di stato dell’europa

Il Btp a dieci anni segna un nuovo record minimo

Spread, c’è lo storico sorpasso di Roma su Londra

Prosegue il buon momento sui listini. Sulla scommessa di nuove misure «non convenzionali» da parte della Bce, i mercati hanno segnato nuovi record anche ieri. L’effetto Draghi si è sentito, in particolare, sul mercato obbligazionario con evidenti benefici per il debito del nostro Paese.

Il rendimento del Btp decennale è infatti calato a un nuovo minimo storico del 2,41%, livello addirittura più basso rispetto al 2,45% fatto registrare dal bond decennale britannico (Gilt). Un sorpasso storico (e un paradosso) che rivela l’euforia degli operatori e capovolge i riferimenti. Anche lo spread Btp/Bund, che ieri è calato a 147 punti base, è risultato inferiore al differenziale tra il Gilt e il Bund che si è attestato a quota 154. Lo scarto con il debito di sua Maestà non significa tuttavia che il rischio sul nostro Paese sia inferiore a quello di Londra. Lo ricorda il valore dei Cds, i contratti che assicurano contro il default di un Paese: per l’Italia occorre pagare ancora cinque volte il prezzo richiesto per la Gran Bretagna.

Del buon momento approfitta di sicuro il Tesoro: ieri ha collocato 3 miliardi di euro di Ctz (a due anni) al rendimento dello 0,326%, un nuovo minimo di sempre anche qui. Nell’ultima asta di un titolo analogo il rendimento era stato dello 0,428%. Tra oggi è domani saranno messi sul mercato titoli a medio-lungo per altri 15 miliardi e anche in questo caso il tasso sarà quasi sicuramente più vantaggioso per le casse dello Stato italiano.

Intanto l’effetto Draghi è proseguito anche su tutte le principali Borse. Anche ieri il paniere americano, S&P500, ha segnato un nuovo record sopra il livello dei 2.000 punti. A imprimere l’accelerata è stato il buon dato sulla fiducia dei consumatori Usa, salita ai massimi degli ultimi 7 anni. Tra le piazze finanziarie, si è messa in luce Milano con un incremento dell’1,33%, davanti a Francoforte (+0,82%) e Londra (+0,70%).

A rovinare il quadro (ma non il buon umore) sono state le notizie meno positive arrivate sul fronte macro: l’Ocse ha ricordato che l’Italia è l’unico Paese del G7 che nel secondo trimestre ha registrato un calo del Pil rispetto all’anno precedente. L’economia italiana ha subito una contrazione dello 0,3% - ha detto l’organizzazione parigina - in un contesto che vede tutta l’area Ocse rallentare (+1,9% contro il +2,1% tendenziale del primo trimestre). Brilla la Gran Bretagna - qui sì davanti all’Italia - con un’espansione del 3,2%.

sandra riccio


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