Spettacoli
Tra divi e proteste
si apre la Mostra
Stasera per “Birdman” ci sono Keaton, Norton e la Stone
il presidente Napolitano e un corteo di dipendenti comunali
Stasera per “Birdman” ci sono Keaton, Norton e la Stone
il presidente Napolitano e un corteo di dipendenti comunali
Sul motoscafo che sfreccia verso il Lido, Luca Zingaretti si guarda intorno e confessa che per lui Venezia è emozionante, ogni volta, come la prima. Eppure dalle brevi chiacchiere con il conducente vien fuori una considerazione molto italiana: «In una città così, dovrebbero essere tutti contenti e il Comune dovrebbe essere ricchissimo, invece stanno tutti arrabbiati e ci sono un sacco di problemi».
La Mostra, che si inaugura stasera con Birdman or (The unexpected virtue of ignorance) di Alejandro Inarritu, presente una sventagliata di star, da Michael Keaton a Emma Stone, da Edward Norton a Amy Ryan, vive anche dell’eterna fascinazione legata alla magia del luogo. Un mito di languida bellezza, continuamente minacciato da scandali e incuria, eppure sempre vivido per attori e autori che arrivano qui e subito si sentono in un sogno. A dare autorevole lustro alla serata d’apertura, condotta da Luisa Ranieri, con il marito Zingaretti in platea, ma non sul tappeto rosso perché non è tipo da principe consorte, c’è il presidente Napolitano, grande appassionato di cinema, per la quarta volta al Lido durante la Mostra. La sua presenza è anche un modo, forse, per offrire manforte alla Biennale presieduta da Paolo Baratta che, dall’inizio dell’estate, a giugno, con l’inaugurazione della sezione Architettura funestata dall’esplodere del caso Mose, ha tenuto gloriosamente testa all’ombra che rischiava di allungarsi sul tutto. Dimissioni obbligate, confessioni tardive, scambi di accuse, arresti domiciliari, nuvole nere finite nei faldoni delle inchieste giudiziarie, con l’immagine di un luogo unico al mondo incrinata dagli echi del malaffare.
Così la Mostra è anche, e ancora, il segno di una resistenza, cultura contro degrado, mare aperto contro palude. Sotto i riflettori, stasera, insieme ai divi, alla giuria capitanata da Alexandre Desplat e composta da Carlo Verdone, Joan Chen, Philip Groning, Elia Suleiman, Sandy Powell, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Tim Roth, ai direttori dei festival di Cannes e di Berlino, Thierry Fremaux e Dieter Kosslick, al regista Giuliano Montaldo che presiede la sezione in cui gareggiano i Classici restaurati, ci saranno, infatti, i dipendenti del Comune di Venezia riuniti in corteo per protestare contro i tagli ai salari decisi dal Commissario prefettizio Vittorio Zappalorto. «Lido blindato», sono i titoli, un po’ per la presenza del Capo dello Stato, un po’ perché si teme che i manifestanti tentino di dare il massimo della visibilità alla loro iniziativa.
Particolarmente rapida, la visita del Presidente non comprenderà, come si pensava, la tappa alla Biennale Architettura, ci sarà tempo solo per il pranzo all’Excelsior, un breve riposo, e poi la proiezione ufficiale. L’anno scorso Napolitano era volato alla Mostra per applaudire il film di Ettore Scola dedicato a Fellini, l’anno prima aveva pranzato con Robert Redford e nel 2011 aveva partecipato all’apertura affidata al Cigno nero di Darren Aronofsky.
Il primo assaggio della rassegna, ieri sera, ne ha messo in luce l’anima variegata. Da una parte Maciste alpino con sceneggiatura e supervisione di Giovanni Pastrone, Luigi Maggi e restaurato in modo da ripristinare le colorazioni originali e ricostruire le didascalie d’epoca, dall’altra il pugno nello stomaco di One on One, regia del premiatissimo coreano Kim Ki-duk, affezionato del Lido, stavolta di scena alle Giornate degli Autori con un ennesimo macabro affresco del Paese in cui vive: «Se non ti senti come se ti avessero ucciso, non vi è alcun motivo per guardare questo film». Insomma, da una parte la volontà di recuperare i titoli del passato che indicano la strada del futuro, dall’altra quella di superare continuamente le barriere della ricerca e della provocazione. La ricetta è questa, da oggi si vedrà se funziona.
Fulvia Caprara