Achille Occhetto: "Occhio Renzi, non sei amato dal Partito Democratico e rischi di fare la mia fine"
"Renzi gioca tutto sulla vittoria continua. Non può perdere un colpo perché non è amato dal Pd. Non vorrei trovarmi al suo posto quando la ruota comincerà a girare male". Achille Occhetto mette in guardia il premier dagli intrighi di partito che potrebbero fermare la sua avanzata: "Anche lui rischia di essere ingoiato dal male oscuro della sinistra...". L'occasione è una lunga intervista al quotidiano "Libero", dove l'ultimo segretario Pci e artefice della svolta della Bolognina sfoga la sua amarezza per essere stato messo da parte e totalmente dimenticato: "Io sono considerato quello che ha compiuto l'atto più empio. Nella vulgata sembra che si sia passati da Berlinguer a Renzi. Roba da psicanalisi di gruppo".
Occhetto ricorda di avere chiesto la presidenza della Camera dopo aver lasciato la segreteria Pds: "Lasciarono cadere la cosa". E puntualizza: "Veltroni non mi ha mai chiamato per la presentazione del suo film su Berlinguer".
Una sensazione di tradimento che però, secondo l'ex leader, coinvolge soprattutto la svolta: "Il Pd ha finito per essere la somma del peggio del Pci e della Dc, una fusione a freddo degli apparati, non si è mai formata una vera coscienza unitaria". Anche se con Renzi "siamo passati a una fusione a caldo a base leaderistica". Ma il principale errore della sinistra italiana, sempre secondo Occhetto, è l'aver "considerato la svolta un fatto tattico, una scorciatoia per entrare nel salotto buono, che puntava al governo per il governo, ai compromessi più bassi". Questo atteggiamento "ha fatto spegnere la fiducia nella sinistra" mentre l'idea dello storico esponente comunista era quella di "dar vita a una nuova sinistra democratica ma liberal".
Occhetto ammette di amare la volontà di rottamazione del nuovo leader Pd: "Quando Renzi ha dato il via alla rottamazione, ho stappato bottiglie di vino". Ma "colpire nel mucchio tutta una generazione non ha nessun significato".
Ad ogni modo l'ex segretario vuole lanciare un avvertimento al presidente del Consiglio: nel partito esiste "il male oscuro" (termine con il quale Occhetto designa malignamente Massimo D'Alema, nemico storico, ndr) e cioè la tendenza al complottismo dietro le quinte: "È un male che imperversa anche oggi. Arriva fino ai 101 che in Parlamento hanno sabotato l'elezione di Prodi al Quirinale" e rischia, dice l'ex segretario, di travolgere anche Renzi: "Sicuramente non morirò renziano".
Per quanto riguarda le proprie scelte politiche, Occhetto dice di pentirsi di essersi alleato con Antonio Di Pietro, così come ammette che Mani Pulite "compromise la svolta, favorendo i populismo e i giustizialismi".