16 ottobre, ritenuta la data della morte di San Gallo, eremita (VII secolo) forse di origine irlandese ( ma potrebbe essere alsaziano), uno dei 12 discepoli di san Colombano. Non seguì il maestro in Italia ( a Bobbio) ma restò in Svevia presso la sorgente dello Steinach, dove sorgerà poi l'abbazia di san Gallo.
San Gallo è un altro santo "ursino", preparatore dell'inverno. È nota la leggenda per cui, nel suo romitaggio, avrebbe ricevuto la visita di un orso che ammansì ( vedi, qui riprodotta, la placca di avorio dove, nel primo riquadro si vede l'orso che butta nel fuoco un pezzo di legno su ordine del santo e, nel secondo, il santo che regala per il servizio ricevuto una pagnotta di pane all'animale). Un legame ursino confermato dal fatto che, secondo un antico cronista, un tempo la festa del santo era collocata al 2 di febbraio ( e cioè la Candelora, in Francia anticamente chiamata la "Chandel...ours" !).
Detti meteo interessanti quelli del 16 ottobre, che fissano la data tipicamente autunnale del santo calendariale.
Intanto, la previsione del tempo:
"S'a fa bèl a san Gal,
fa bel fin-a Natal"
(auspicio interessante visto che il 16 qui faceva bello)
Al contrario,
"S'a pieuv per san Gal
pieuv cent dì san fal"
Oppure, legame con le semine, che - se fatte in questo giorno - prometterebbero mietiture pingui:
"Semna 'n t la smana 'd san Gal e san Simôn e 't l' avràss 'n granôn"