ebook di Fulvio Romano

mercoledì 6 agosto 2014

I delfini meglio vederli in mare. Il santuario dei cetacei, una ricchezza da valorizzare

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Imperia

Ambiente

“I delfini? La vera libertà è... in mare”

Intanto fondi dall’Ue per il “Santuario”. Italia, Francia e Monaco invitati a incontrarsi

Uno spettacolo. «Pelagos», il motorsailer del Thetys Research Institute, ha incrociato un’ottantina di delfini, grandi e piccoli, che hanno affiancato a lungo l’imbarcazione. Si è fatto vivo anche un capodoglio, forse con intenzioni bellicose, ma nessun problema.

Scene di ordinaria amministrazione nel tratto di mare tra Riviera ligure, Costa Azzurra e Sardegna. Il cosiddetto Santuario dei Cetacei, 87500 metri quadrati, che un accordo tra Italia, Francia e Monaco ha destinato alla protezione dei mammiferi marini. L’area con la maggior concentrazione di delfini e balene del Mediterraneo. Un ecosistema di notevole interesse scientifico, socioeconomico, culturale ed educativo.

Ed è proprio sul versante educativo che si è mossa l’escursione partita da Sanremo a bordo del Pelagos, promossa dalla Lav (Lega antivivisezione), Mare Vivo e Thetys nell’ambito della campagna europea «Sos delfini». Perchè non si è trattato solo di un «dolphin watching», cioè di avvistamento di delfini, ma di un appello per sensibilizzare ad avvistarli nel loro habitat naturale, piuttosto che rinchiusi in un delfinario. «In natura i delfini percorrono anche 100 km al giorno - spiega Cristina Campanaro, presidente provinciale Lav - Nei delfinari sono costretti a fare spettacolo per un pubblico pagante. Si riproducono direttamente in piscina. Si ammalano e muoiono prima: la speranza di vita di un delfino in cattività è di 20 anni, contro i 50 in natura. Visitare i delfinari con i bambini, come spesso accade, è diseducativo. Non si può imparare nulla dall’osservazione dei delfini in cattività. La vera libertà è... in mare».

Il «Santuario» è una ricchezza. Destinata ad essere valorizzata. Proprio nei giorni scorsi la Commissione Europea ha invitato Italia, Francia e Principato di Monaco a incontrarsi per discutere come politiche e fondi possano potenziare il Santuario. I fondi verrebbero attinti dai 537 milioni stanziati dalla Ue per gli affari marittimi. Ma occorrono politiche comuni. E non sempre è cosi. Anche a livello locale. È stata redatta la Carta di partenariato con il Santuario Pelagos. Nell’imperiese hanno aderito 12 comuni (Bordighera, Camporosso, Cipressa, San Bartolomeo al Mare, Costarainera, Taggia, Imperia, Diano Marina, Ospedaletti, Vallecrosia, Cervo e San Lorenzo al Mare). Sanremo, da cui parte il maggior numero di escursioni per il «Santuario», non ha ancora aderito.

BRUNO MONTICONE