LA STAMPA
Italia
“Faremo le riforme, ma i redditi
più alti dovranno contribuire”
Il sottosegretario Baretta: “Basta con le detrazioni fiscali a chi guadagna tanto”
Sottosegretario Baretta, il tempo delle decisioni si avvicina e invece dei tagli alla spesa sentiamo parlare anzitutto di nuovi sacrifici. Perché? «Molte ipotesi mi risultano sconosciute, in particolare quella di un eventuale nuovo blocco del rinnovo del contratto degli statali. Ciò detto, usciamo dall’ipocrisia secondo la quale si possa uscire da questa lunga crisi senza aver distribuito in maniera proporzionale il costo di essa». Che intende dire? Che i ricchi dovranno piangere? «Non uso queste espressioni. Di certo chi evade non avrà vita facile. Né possiamo immaginare che le detrazioni sui mutui, per le spese veterinarie o le palestre possano essere ancora concesse a tutti a prescindere dal reddito».Sta preannunciando una stretta sulle detrazioni? «E’ una delle opzioni sul tavolo». Tagliare le detrazioni è un modo surrettizio di aumentare le tasse. Non è l’ora di far costare meno lo Stato? «Nella legge di Stabilità ci saranno anche i tagli. Però esiste anche una questione redistributiva. Faccio un esempio: le sembra giusto che i pensionati abbiano la no tax area fino a 7.500 euro l’anno e gli altri redditi a 8.000? Negli ultimi anni c’è chi ha pagato molto e chi ha pagato meno». L’ipotesi di intervenire sulle pensioni più alte servirebbe a finanziare questo tipo di interventi? «Trovo singolare, in un Paese con disparità così evidenti, che non si possa nemmeno discuterne. C’è da riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, vorremmo introdurre, anche se con delle penalità, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione anticipatamente. Come finanziamo tutti questi interventi?» Non c’è il rischio di tartassare il già tartassato ceto medio? «Dobbiamo intenderci sul significato della parola». Ce lo dica lei. Una pensione netta di 3.500 euro al mese è quella di un appartenente al ceto medio? «Siamo già nel novero dei redditi più alti che medi». Dunque il contributo di solidarietà ci sarà? «Di deciso non c’è nulla, ma se devo esprimere una preferenza personale fra questo e un nuovo blocco degli aumenti agli statali non avrei dubbi a scegliere il primo».Lei è favorevole ad una qualche forma di patrimoniale sui redditi più alti? «L’opzione non è contemplata». Lei di recente è finito nel mirino per aver chiesto ai fondi previdenziali di investire nell’economia italiana. Il blogger Mario Seminerio la accusa di malcelato dirigismo. «Queste critiche non le capisco. Casse e fondi di previdenza hanno un patrimonio di 120 miliardi di euro, metà dei quali investiti in debito estero, metà in debito italiano. Non è possibile invitarli, nel rispetto delle loro scelte, a credere nell’economia italiana anche solo un decimo di questo patrimonio? È così incredibile chiedere al fondo dei medici di investire in welfare, o a quello degli insegnanti nell’edilizia scolastica?» Lei al Tesoro ha la delega al patrimonio. Possibile sia sempre così difficile mettere in vendita le ex caserme dell’esercito nelle città? «Il ministro Pinotti, a cui vorrei dare atto del lavoro fatto, ha firmato un accordo con tre grandi città (Roma-Torino e Milano) per mettere a disposizione dei Comuni alcune grandi aree». Già. Ma in questo caso non verranno vendute, bensì usate dai Comuni per farne spazi pubblici: niente vendite, niente introiti. «Il patrimonio pubblico in alcuni casi deve essere valorizzato. In ogni caso, presto arriveranno norme anche per mettere più facilmente a reddito questo tipo di aree».Twitter @alexbarbera
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