Aosta
Guerra alle ghiandaie
per difendere i meleti
Ci sono le ghiandaie, piccoline e graziose con le loro penne nere, azzurre e bianche. Poi le gazze che hanno un piumaggio pieno di riflessi, con il colore che varia dal grigio al verde, in base alla luce. E, ancora, le cornacchie, di un nero lucente, simile ai corvi ma poco più piccole. Gli amanti del birdwatching passerebbero ore a osservarle volare da un ramo all'altro. La Regione Valle d'Aosta, per cercare di limitare i danni alla frutticoltura, ha invece deciso di dichiarare loro guerra. L'obiettivo? Ucciderne 4.500 nel giro di 5 anni: dal 2014 al 2018. Soprattutto le ghiandaie, considerate il nemico numero uno: se ne potranno abbattere 600 l'anno mentre non più di 300 esemplari l'anno tra gazze, cornacchie nere e grigie.
Il piano di abbattimento è messo nero su bianco in una delibera regionale delle settimane scorse. Nel documento l'assessore all'Agricoltura, Renzo Testolin, ricorda che: «La ghiandaia si nutre sia di semi di varia natura sia di frutti (ghiande, mele, albicocche, ecc)». E le ghiandaie assieme alle altre specie da abbattere «sono responsabili di danni ai meleti». È per questo che si ritiene di intervenire. Il tutto sarà controllato, e limitato in alcuni periodi, con gli interventi che saranno attuati solo qualora si riscontrassero effettivi problemi alle coltivazioni.
Per liberarsi dei volatili si useranno dei tranelli come gabbie che sono delle vere e proprie trappole ma saranno messi in campo anche degli uccelli rapaci e i fucili dei cacciatori. Il problema non è nuovo e nel settembre del 2012 scoppiò una polemica tra ambientalisti e la Cofruits, cooperativa di St-Pierre che opera nella coltivazione e vendita di mele. Per incentivare i cacciatori ad abbattere gli uccelli dannosi aveva promesso cassette di mele in omaggio ogni 25 ghiandaie uccise. Scoppiò il finimondo: i «verdi» di tutta Italia lanciarono un'iniziativa per boicottare le mele della Cofruits, «mele sporche di sangue», si diceva. Gli ambientalisti sostengono che i piani di abbattimento siano in primis crudeli ma anche e soprattutto poco utili, perché i danni ai frutteti negli anni non sono diminuiti. Scaduto il piano di abbattimento 2009-2013 la Regione ha deciso di non indietreggiare e ne ripropone uno nuovo, valido fino al 2018. Le ghiandaie sono una specie che vive soprattutto nelle zone boschive, la loro diffusione anche nei frutteti è aumentata negli ultimi decenni, con il progressivo abbandono della coltivazione dei prati e con i boschi e le sterpaglie che si avvicinano di anno in anno ai centri abitati e ai frutteti.