Imperia
turismo maltempo e crisi economica hanno duramente colpito il settore
Un’estate da dimenticare
il pianto dei bagni marini
Borgo: “Problemi anche per ristoratori, hotel e negozianti”
Borgo: “Problemi anche per ristoratori, hotel e negozianti”
Savona o Imperia, la musica non cambia, è un’estate da dimenticare e nemmeno un agosto da record potrebbe riassestare la situazione: maltempo e crisi economica hanno messo in ginocchio il settore del turismo.
«Ho trascorso tutte le mie estati a Savona ma un’estate deludente come questa non l’avevo mai vista. Anzi, l’estate deve ancora cominciare». A dirlo è Enrico Schiappapietra, presidente savonese dei bagni marini, che registra il pesante calo del turismo, in particolare in Liguria, con la complicità, quest’anno più che mai, del “dittatore” meteo.
I dati relativi a Savona e Imperia parlano chiaro: «Rispetto all’anno scorso, registriamo a Savona un calo di presenze del 35/40% nel mese di giugno e del 45% nel mese di luglio». Non dorme sonni più tranquilli l’Imperiese, dove nel mese di luglio, anzi, la perdita è ancora più sensibile: «Abbiamo registrato - dicono - un calo di affluenze del 40% a giugno, ma per quanto riguarda luglio si tratta esattamente del 50% in meno». Senza dubbio la colpa va imputata soprattutto al sole, che quest’anno sembra proprio indeciso e più estate è sembrata una dispettosa primavera. «Certo - ammette Schiappapietra -, al di là del maltempo, ha fatto la sua parte sicuramente anche la crisi economica, ma quella bisogna dire che c’era già l’anno scorso», Nessuna «lunga estate caldissima”, dunque, come cantava invece Max Pezzali, difficile prevedere se ad agosto potremo indossare finalmente il costume da bagno con una buona continuità. «E’ complicato fare delle previsioni a lungo periodo - continua Schiappapietra -. Tuttavia, speriamo davvero che si decida a spuntare il sole. Riponiamo le ultime speranze in agosto».
I dati ci dicono come in Italia siano Campania, Marche e Toscana e, appunto, la Liguria, le più colpite da questo calo, specie in questo luglio di tregenda, il meno c’è stato anche al Sud, ma in maniera molto più modesta. Ad essere interessata è tutta la filiera del turismo: «Meno clienti a spiaggia vuol dire tavoli vuoti nei ristoranti, camere libere negli alberghi, merce non venduta nei negozi», osserva Riccardo Borgo, presidente del Sib (Sindacato italiano balneari), che poi evidenzia anche come sia stato colpito il personale giornaliero a chiamata: «Stimiamo che almeno 50 mila persone, tra cui molti universitari che lavorano d’estate per pagarsi gli studi, a giugno e luglio siano rimasti disoccupati».
denise giusto