Italia
Dalle pensioni alla mobilità
La riforma Madia è legge
Pubblica amministrazione: “Decreti attuativi entro fine anno”
Pubblica amministrazione: “Decreti attuativi entro fine anno”
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a già fatto una riunione ad hoc. Entro fine anno, ma spera già ben prima, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia vuole riuscire a licenziare i decreti attuativi del decreto che porta il suo nome, da oggi ufficialmente legge. L’ha approvato lo scorso 7 agosto il Parlamento, tra le polemiche per l’esclusione dello sblocco di quattromila pensionamenti nella scuola e l’aiuto della questione di fiducia posta dal governo. Ora lo stop al trattenimento in servizio dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione (da fine ottobre), il via libera alla possibilità di trasferire un dipendente pubblico nel raggio di 50 chilometri, purché non abbia figli sotto i tre anni o usufruisca della legge 104 per assistere disabili, gli oltre mille posti da vigili del fuoco, e un turn over più flessibile, con il via libera ad assunzioni per non più del 20% delle spese sostenute per chi è uscito da quella amministrazione (percentuale che diventerà del 40 nel 2015 e del 100 nel 2018) è legge dello Stato.
«Il decreto Madia è legge», ha twittato appena approvato dalla Camera il premier Matteo Renzi, «adesso sotto con la delega e i decreti attuativi». Sui decreti attuativi, appunto, sta lavorando la Madia: volutamente ha cercato di limitare il numero, perché al più presto possano essere fatti e la legge essere completamente operativa, visto che troppo spesso in passato i decreti attuativi hanno tardato ad arrivare. Mentre sulla legge delega, considerato dal premier «cuore» dell’operazione di rinnovamento, sarà impegnata da settembre la Commissione affari costituzionali del Senato: l’obiettivo è riuscire ad approvarla entro l’anno.
Per intanto, le regole scritte nel decreto sono operative: ad esempio, dalla fine di ottobre qualunque dipendente pubblico abbia i requisiti per la pensione lascia il posto (finora poteva fermarsi ancora due anni), norma che solo per i magistrati si applicherà più avanti, da inizio 2016. Per loro, però, si introduce una stretta nella possibilità di avere un’aspettativa per lavorare con la Pubblica amministrazione: chi ha incarichi di diretta collaborazione, non potrà più ricorrere all’aspettativa, dovrà andare fuori ruolo. Ancora, le amministrazioni potranno mandare in pensione i dirigenti di 62 anni, purché abbiano anzianità massima. E per i membri dei Cda di società partecipate che lavorano in maniera praticamente esclusiva con la Pa, scatta un taglio della remunerazione del 20%. Caleranno anche le somme che le imprese versano alle Camere di commercio, ma gradualmente: ci sarà un taglio del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e un dimezzamento nel 2017.
francesca schianchi