ebook di Fulvio Romano

sabato 17 agosto 2013

Il Ferragosto anti italiano dell'arciitaliano B.

LA STAMPA

Italia

Addio a vulcani, yacht e feste al mare Un Ferragosto già ai domiciliari

Il Cavaliere è rimasto chiuso in casa ad Arcore, lontano dagli obiettivi dei paparazzi

Per la prima volta dopo vent’anni, Ferragosto è trascorso senza «oooh» di stupore, orfano delle gesta che su Berlusconi attiravano l’attenzione del mondo intero: dalla passeggiata in bandana con i coniugi Blair alla festa con fuochi d’artificio e ballerine Oba-oba per Putin, dalle scorribande alle Bermude alle feste con Apicella, dalle foto osè di Villa La Certosa all’accorrere dei pompieri per spegnere il finto vulcano nel parco... Giù il sipario, un’epoca si è chiusa. L’uomo se n’è rimasto chiuso ad Arcore, in preda alla depressione, con la fidanzata Francesca, la scorta e il personale di servizio, come se già si sentisse agli arresti domiciliari. Chi l’ha chiamato ieri l’altro per gli auguri, ha rischiato di farsi mandare a quel paese: auguri di che? Di trascorrere i prossimi 9 mesi in affido agli assistenti sociali? O di strappare a Napolitano una grazia dopo avere chiesto scusa? È come se il Cavaliere, per una sorta di irata ritorsione, volesse negare l’ultima replica dello show che, complice il grande circo mediatico, ogni mezza estate ha intrattenuto l’Italia.

La prima puntata fu con Bossi in canotta «padana», anno 1994, un attimo prima che la Lega provocasse il «ribaltone». Da quel momento la reggia berlusconiana di Porto Rotondo entrò a pieno titolo tra i palazzi politici, con un nugolo di telecamere appostate a Punta Lada e fotografi-vietcong a caccia di scoop. Il più celebre lo mise a segno Zappadu nel 2009, quando immortalò il Cavaliere con due fanciulle accomodate sulle ginocchia e l’allora primo ministro ceco, Topolanek, nel costume di Adamo (le pubblicò in Spagna «El País»). Ma sfogliando l’album interminabile delle paparazzate, ci si accorge di quanto in questi lustri politica e costume, specie d’agosto, siano andate a braccetto, e sempre per via del Cavaliere. Ha rivelato di recente Cherie, consorte di Blair, che durante il celebre rendez-vous con Berlusconi a Porto Rotondo nel 2004 lei volle interporsi tra Tony e Silvio per evitare che il primo ministro britannico venisse fotografato accanto a quel pittoresco signore reduce dall’ennesimo trapianto di capelli... Qualcuno in Italia provò lo stesso imbarazzo di Cherie; ma i più vissero l’evento con divertita rassegnazione, o con gioiosa indifferenza, senza immaginare l’escalation sfrenata degli anni seguenti. Il 2006 fu l’anno del cratere nel parco di Villa La Certosa, con effetti speciali stile Las Vegas, eruzioni e colate laviche. Nel 2008, fuochi artificiali per l’amico Vladimir, e canzoni napoletane per il magnate russo Abramovich, sbarcato dal suo mega-yacht «Le Grand Bleu». Metà agosto il Cavaliere lo passò sudando a L’Aquila per organizzare il G8 del dopo terremoto, eppure trovò il tempo di presentarsi in Sardegna alla festa di un’amica contessa tutto fasciato di bianco, stile Tony Manero. E anche allora l’accoglienza collettiva (salvo eccezioni) fu bonaria, perché in fondo è di queste facezie che si parla sotto l’ombrellone, e nessuno meglio dell’arci-italiano interpreta un certo spirito nazionale.

Senza il passaporto, che all’indomani della condanna gli è stato requisito, Berlusconi chissà quanto rimpiangerà quei Ferragosto passati fuori dei confini, nella dimora delle Bermude dove trascinava a fargli compagnia vecchi sventurati sodali come Letta e Confalonieri, li costringeva a smaltire con lo jogging i chili superflui tutti abbigliati allo stesso modo, nonché a declamare insieme pagine di Francis Bacon e di Platone. Non erano ancora maturi i tempi delle «feste eleganti», delle escort e delle olgettine, dei Lavitola e dei Tarantini: tutte frequentazioni che donna Veronica e mamma Rosa, quando ancora si affacciavano in Sardegna, mai avrebbero consentito. Al massimo, Berlusconi passava da un pranzo di partito all’altro, con i fedelissimi che staccavano cambiali per affittare ad agosto ville proprio accanto alla sua.

La parabola si è conclusa. Dodici mesi fa, quando ormai era tutto un rincorrersi di inchieste e processi, il Cavaliere fece parlare di sé slogandosi il polso e una spalla proprio sul finire delle sue vacanze. Fu l’ultimo involontario regalo al gossip agostano. Quest’anno in Sardegna non ha neppure rimesso piede.

Ugo Magri


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