Italia
Letta-bis e Porcellum spaccano i Cinque Stelle
La fibrillazione politica di questi giorni forse non farà cadere il governo, ma di sicuro sta mettendo sotto pressione i 5 Stelle. Toccando i nervi scoperti del Movimento, in primis la democraticità dei processi decisionali interni. Fare da stampella a un eventuale Letta-bis? Tornare alle urne con il Porcellum oppure chiedere a gran voce che prima venga riformata la legge elettorale?
Questa volta è la tattica politica a dividere i grillini fra «aperturisti» e ortodossi. I primi sono favorevoli a un dialogo con il Pd e vogliono puntare i piedi per cambiare il Porcellum, i secondi, fedeli alla linea dettata dall’home page del famigerato blog di Grillo, vogliono andare al voto il prima possibile, sconfiggere «Pd e Pd meno elle» ed entrare finalmente nella stanza dei bottoni. «Solo qualche “anima bella” pensa di poter correggere il Porcellum ora» ha tuonato Grillo, dopo aver accusato alcuni dei suoi di «giocare a fare i piccoli onorevoli». «Andare a nuove elezioni con il Porcellum è una pericolosa contraddizione per chi non l’ha mai accettato» gli ha risposto il dissidente Francesco Molinari, paragonandolo a D’Alema.
Lo scontro, che fino a qualche mese fa sarebbe stato bollato come «invenzioni giornalistiche», questa volta sta avvenendo alla luce del sole. La posta, dopotutto, non è mai stata così alta. Al Senato i numeri sono risicati e se davvero la maggioranza dovesse avere dei problemi, gli «aperturisti» (c’è chi li quantifica in 10-15), potrebbero avere un ruolo decisivo.
I toni si sono alzati ieri mattina con l’intervista rilasciata dalla senatrice Alessandra Bencini al Secolo XIX. Alla Bencini, che da buona toscana non le manda certo a dire, i diktat di Grillo, ma soprattutto di Matteo Incerti e Claudio Messora (i portavoce non-eletti del M5S a Palazzo Madama) hanno fatto andare di traverso le vacanze in camper a Stoccolma. «Basta coi dittatori, il governo con il Pd è meglio del voto». Apriti cielo. C’è chi le ha dato della voltagabbana su Facebook e chi c’è andato giù molto più pesante. È il caso della senatrice Paola Taverna, che senza citare direttamente la collega di partito, ha pubblicato una poesia in romanesco, «Er Senatore», subito rilanciata da beppegrillo.it: «…So io quella sbagliata che ha perso er movimento? O te come bandiera ora giri insieme al vento... Ma quanti sete 5, 7, 20... Perché nun ve ne andate felici e contenti/ Lasciate che sto sogno che in tanti ancor vediamo/ Possa spiccare er volo.../ E voi state lontano…».
Molti non hanno gradito e in serata l’ideologo grillino Paolo Becchi ha cercato di stemperare la tensione via Twitter: «Non ci sono né ortodossi né aperturisti, ma un movimento, il M5S, che ha un unico obbiettivo, quello di mandarli tutti a casa». Ma si respira aria da resa dei conti.
francesco moscatelli