Italia
D’Alema lancia Renzi: ha più voti
L’ex premier: “Non è un endorsement ma una constatazione: con lui la maggioranza dei nostri elettori”
L’ex premier: “Non è un endorsement ma una constatazione: con lui la maggioranza dei nostri elettori”
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, tornato dalla California, mantiene il silenzio e promette di occuparsi solo di temi cittadini: in questa situazione complicata – con il governo fibrillante davanti alle posizioni inconciliabili di Pd e Pdl sulla decadenza dal Senato di Berlusconi – dirà la sua venerdì 30, due Feste democratiche nella rossa Emilia Romagna una dopo l’altra, Forlì e Reggio Emilia, in una farà un comizio e nell’altra un’intervista. L’indomani sarà alla Festa nazionale di Genova, poi a Bologna. Mentre lui tace, però, il suo nome viene citato da importanti esponenti del Pd. «In caso di primarie la mia opinione è che il candidato più probabile sarebbe Renzi», dice l’ex premier Massimo D’Alema.
Uno schema, quello a cui pensa l’ex ministro degli Esteri, che prevederebbe il rottamatore toscano candidato a Palazzo Chigi («non ho fatto endorsement proprio a nessuno», spiega però D’Alema, «ho detto di ritenere che sarebbe il candidato verso il quale andrebbe il consenso della maggioranza dei nostri elettori, credo che sia una valutazione oggettiva») e il deputato Gianni Cuperlo alla segreteria del partito. Ipotesi che lo stesso Cuperlo non vuole commentare («al congresso è bene che ciascuno si senta libero, dagli ex segretari del Pd fino agli ultimi degli iscritti, di scegliere la piattaforma e la candidatura politica, la proposta che più lo convince»), mentre viene vista con scetticismo dalla governatrice (renziana) del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: «Sono passati i tempi in cui le cose si potevano fare a tavolino, spostando le persone come si spostano le figurine Panini. Credo che non siano più quei tempi».
L’ipotesi di precipitare verso una crisi di governo e quindi della necessità di primarie per individuare il candidato premier, continua a essere nell’aria. E anche il timore di qualcuno che, un’eventuale fine del governo, possa far saltare il congresso: «Epifani intervenga a garantire nel più breve tempo possibile lo svolgimento del congresso» chiede infatti il candidato alla segreteria Gianni Pittella, «se qualcuno all’interno del Pd tifa per la crisi di governo per evitare il congresso e conservare così la propria piccola rendita di potere, vuol dire che siamo ormai alla follia suicida». Ma Renzi si deve tenere pronto a scendere in campo in vista di imminenti elezioni? «Non ci risulta ci sia nessuna partita in corso», tagliano corto dall’entourage del primo cittadino di Firenze, deciso a non commentare nulla fino alle uscite pubbliche.
Il fatto è che il fantasma della crisi non può essere cacciato dopo le parole di Alfano di ieri («la decadenza di Berlusconi da senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile») e le risposte risolute del Pd. «Possiamo comprendere il travaglio che sta affrontando il Pdl, ma non per questo è pensabile che si possano eludere le leggi e non rispettare le sentenze», chiude subito il responsabile organizzazione del partito, Davide Zoggia. «Questa è una vicenda su cui per il Pd non è possibile arretrare di un millimetro», ricorda il candidato alla segreteria Gianni Cuperlo, e lo stesso D’Alema ribadisce che la questione della decadenza «non è oggetto di una trattativa politica». «Spero che nessuno voglia utilizzare le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi per danneggiare il Paese, come sarebbe provocare una crisi di governo», aggiunge l’ex presidente del Consiglio, un governo che «è di transizione, nel senso che la normalità democratica è l’alternanza tra centrosinistra e centrodestra» e in cui «Letta ha legato il suo impegno a questa difficile e importantissima transizione». Anche se, è parere di molti nel Pd, potrebbe essere protagonista anche dopo questa fase di «transizione».
francesca schianchi