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Canzonissima
Ieri era la storia dei due coniugi ottuagenari che dopo una vita attraversata insieme si spengono a undici ore di distanza l’uno dall’altro. Oggi è quella di Fred, centenario stonato dell’Illinois che scrive una canzone sulla moglie appena scomparsa, la spedisce a un concorso per musicisti esordienti e lo vince. Il video di «Oh sweet Lorraine», affidato alla voce vagamente melensa di qualche gorgheggiatore professionista e scandito dalle fotografie di un amore durato settantacinque anni, sta provocando proditori attacchi di commozione sul web.
Bestia contraddittoria, l’uomo. Soffre i legami stabili, li irride persino, ma ne è affascinato fino alle lacrime. Non perché confronta la vita pianeggiante di una coppia eterna alle montagne russe della propria esistenza, ma al contrario perché avverte le difficoltà dell’impresa. Quei campioni di longevità sentimentale gli appaiono i cavalieri di un poema epico. Dietro le loro gesta intuisce la pazienza nel sottoporre l’energia rivoluzionaria dell’amore nascente a manutenzioni continue, la capacità di accettare e accettarsi, di adattarsi e perdonare. Immagina ombre e precipizi, fughe e retromarce, tradimenti e rinunce, malattie e scelte sofferte. Un susseguirsi di avventure domestiche che nulla ha da invidiare ai combattimenti coi draghi o ai rischi affrontati da un guerriero o da un acrobata. I Fred e le Sweet Lorraine non hanno vissuto felici e contenti, come tendono un po’ troppo a semplificare le favole. Però hanno vissuto. E forse è proprio questa consapevolezza, inesprimibile con le parole, che muove alle lacrime chi li osserva.
Massimo Gramellini