ebook di Fulvio Romano

sabato 31 agosto 2013

Il Nobel licenziato da Scajola (sic!) e da B., senatore licenziando...

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Italia

Carlo Rubbia

La rivincita del Premio Nobel che Scajola allontanò dall’Enea

Fu cacciato per le aspre critiche contro i tagli alla ricerca

Per Carlo Rubbia la nomina a senatore a vita avrà il sapore di un risarcimento. Premio Nobel per la fisica, professore a Harvard per 18 anni, 28 lauree honoris causa, nel 2005 il ministro Claudio Scajola lo aveva rimosso dalla presidenza dell’Enea. La sua colpa, aver definito i tagli decisi nella legge finanziaria una «umiliazione della ricerca italiana», frase che aveva fatto scattare la reazione di Berlusconi. Da ieri Rubbia ha in Senato un seggio perenne proprio mentre quello di Berlusconi vacilla.

Nato a Gorizia 79 anni fa, laurea alla Normale di Pisa, Rubbia ha posto una pietra miliare della fisica scoprendo nel 1983 le particelle W e Z. L’esistenza di queste particelle ha dimostrato la che due forze fondamentali della natura, l’interazione elettromagnetica e l’interazione debole (quella che regola i processi radioattivi), hanno una radice comune. L’unificazione era prevista dalla teoria di Abdus Salam e Steven Weinberg, già premiati con il Nobel nel 1979, ma darne la prova sperimentale era all’epoca una sfida temeraria. Al Cern esisteva un grande acceleratore di particelle, il super-proto-sincrotrone, un anello di magneti lungo 7 chilometri. Ma quella macchina non aveva l’energia sufficiente per stanare le particelle. Nello scetticismo generale, Rubbia e l’ingegnere olandese Simon van der Meer modificarono la macchina in modo da far collidere protoni e antiprotoni. L’esperimento, noto con la sigla UA1, vide la collaborazione di un centinaio di fisici di tutto il mondo. Grazie a questa impresa, il Cern e la fisica europea conquistarono il primato sul Fermilab e sulla fisica americana. Il Nobel arrivò appena un anno dopo la scoperta: tempestività unica e sorprendente. Ma Rubbia non è un personaggio che riposa sugli allori. Da allora si è occupato di ricerche molto diverse: la «luce di sincrotrone» (che ha «acceso» in un laboratorio di Trieste), la caccia ai neutrini solari con l’esperimento Icarus nel Laboratorio del Gran Sasso, un motore a energia nucleare che permetterebbe un viaggio a Marte in un tempo molto ridotto, una tecnologia per abbattere le scorie a lunga vita delle centrali nucleari, un progetto di reattore sicuro in quanto acceso da un fascio di protoni che funziona da interruttore, un sistema termodinamico per lo sfruttamento dell’energia solare. Rubbia non ha un carattere facile. La notizia della nomina era nell’aria, ma al Cern l’attendevano per lunedì. Al Cern e all’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) lo hanno cercato senza fortuna, forse per via dei fusi orari perché sta viaggiando in Cina. Certo in Senato porterà una grande competenza scientifica e un prestigio internazionale. Come vuole Napolitano per sprovincializzare la nostra politichetta.

Piero Bianucci