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giovedì 22 agosto 2013

Redditometro. Come difendersi dal fisco spione...

Da GIORNALETTISMO


Redditometro: come difendersi dal fisco spione

di   - 20/08/2013 - Da ieri è entrato in funzione il nuovo sistema anti-evasione: meglio conservare scontrini e fatture

Da oggi per i contribuenti sarà meglio conservare scontrini e fatturee tracciare i pagamenti. Oltre che cercare di giustificarsi e chiudere possibilicontenziosi nei primi due confronti con l’Agenzia delle Entrate, previsti prima dell’apertura formale dell’accertamento fiscale. E’ entrato ieri in funzione il nuovo redditometro 2013, lo strumento anti-evasione pensato per determinare, attraverso la ricostruzione delle spese sostenute, lo stesso reddito del contribuente. Sotto osservazione saranno le entrate tributarie degli ultimi quattro anni. Come spiega Libero, il Fisco potrà vagliare anche mutui, Bot, pensioni, bollette, scommesse online e rette scolastiche. Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, che giudica il nuovo strumento come troppo invasivo, “consiglia” ai contribuenti come potersi “difendere” e giustificare, in caso di sospetti da parte dell’Agenzia.

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NUOVO REDDITOMETRO: COME FUNZIONA - Si tratta di un sistema retroattivo, dato che si applica agli accertamenti relativi ai redditi dichiarati a partire dal 2009. In pratica, il nuovo strumento potrà ricostruire per ciascun contribuente le spese effettuate – quelle del quale l’amministrazione fiscale ha certezza – in modo da metterle a confronto con il reddito dichiarato nello stesso anno. Ci sarà una soglia di garanzia: la prima fase, che prevede due verifiche prima dell’apertura formale della pratica di accertamento, si attiverà soltanto quando lo scarto fra entrate e uscite sarà superiore al 20%. A questo punto il contribuente viene invitato negli uffici dell’Agenzia delle entrate, con l’obiettivo di dare spiegazioni e dimostrare con prove certe quanto rilevato dal software. Soltanto qualora permangano ancora sospetti, il Fisco attiverebbe una seconda fase: è in questo step che i contribuenti dovranno dare conto anche delle spese stimate, comprese quelle minori come vitto, trasporti, vestiti, tempo libero, acquisti comuni. Tutte calcolate in base agli indici Istat. Per contestare i sospetti su questo tipo di spese bastano ricostruzioni logiche e non per forza prove documentali come scontrini e fatture.

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E’ il passo finale: soltanto se il Fisco mantenesse ancora le sue perplessità sul reddito dichiarato, puntando a far pagare le tasse al contribuente sul reddito effettivo calcolato con il redditometro, si aprirebbe l’accertamento formale. A quel punto per il contribuente ci sarebbero due strade: se non sceglierà di versare il dovuto nelle casse dell’erario, verrà avviato un contenzioso.

NUOVO REDDITOMETRO: COME EVITARE PROBLEMI – Libero ricorda come quale sarà la “lista” delle spese che finiranno sotto il nuovo occhio del Fisco: “Dalle bevande ai detersivi, dalla bolletta della luce al cavallo, dalla scommessa online alla retta dell’asilo nido, dal mutuo ai bot”. Il nuovo strumento, basato su un centinaio di voci di spesa, era rimasto in stand-by in attesa di maggiori istruzioni: sono stati superati anche alcuni nodi legali – la presunta violazione della privacy prima ammessa e poi cancellata dal tribunale di Napoli – così da permettere al Fisco di far debuttare ieri il nuovo redditometro. Cosa fare se arriva l’accertamento? Il quotidiano consiglia ai contribuenti di non perdere quelle “prove certe” richieste nella prima fase. A partire da scontrini e fatture.  Il motivo? Nonostante, rispetto alle al progetto di partenza, sia stato ristretto il bacino da mettere sotto osservazione – tanto che, nella blacklist dei furbetti, dovrebbe essere presenti soltanto i grossi evasori – c’è il rischio che a qualche contribuente malcapitato arrivino segnalazioni e sospetti sul suo conto. Per questo viene presentato un vademecum, una sorta di manuale di “autodifesa” contro il rischio di errori da parte del Fisco. Scrive Libero:

“Cosa conservare per dimostrare di essere in regola col pagamento delle tasse e che non esistono redditi nascosti al fisco? La prevenzione è utile: bisogna imparare a usare le pezze d’appoggio e le ricevute delle spese e delle uscite vanno archiviate con precisione. Pertanto, in via preventiva, è opportuno che sia le spese di acquisto di un bene o servizio sia quelle per il suo mantenimento siano sempre documentate in modo che si possa evincere, con certezza, chi è il soggetto che procede all’acquisto o che sostiene le spese (spese condominiali, spese di rifornimento carburante, bollo auto, premi di assicurazione per responsabilità civile, iscrizione a circoli esclusivi).

Per questo, si sottolinea, diventa utile l’utilizzo dei mezzi elettronici per pagare, in modo da poter tracciare – attraverso carte di credito e bancomat – gli stessi pagamenti. In questo modo, le spese sarebbero infatti riconducibili altitolare del conto corrente: un modo per poter dimostrare chi sostiene in modo concreto determinate spese.

Photocredit: Ansa Centimetri

Photocredit: Ansa Centimetri

NUOVO REDDITOMETRO: TUTTI I CONSIGLI  - Un passaggio decisivo sarà inoltre il contraddittorio: ”Una volta chiamato, comunque, il contribuente potrà eventualmente contestare il ricorso alla ricostruzione sintetica perché, a esempio, alcuni beni considerati dall’ufficio sono di fatto nella disponibilità di terzi, i quali, in tutto o in parte,ne sostengono le relative spese o perché alcuni beni o servizi, in realtà, sono destinati all’attività d’impresa”, aggiunge Libero. Ma non solo: compito del contribuente sarà anche quello di certificare le spese sostenute come diretta conseguenza di “smobilizzi patrimoniali” o quelle sostenute da terzi, attraverso la presentazione all’Agenzia di una copia degli assegni circolari emessi in favore dei venditori. Oltre che gli estratti conto intestati agli stessi soggetti che hanno sostenuto la spesa. Il contribuente dovrà dimostrare anche le spese sostenute utilizzando somme derivanti da risparmi e donazioni: sarà compito del soggetto su cui vertono i sospetti del Fisco giustificare che il bene è stato acquistato attraverso il denaro offerto da familiari o prestato da istituti di credito, oppure utilizzando i risparmi accumulati nel corso degli anni. Per Libero, in definitiva, si tratta di “una nuova stretta demagogica”: “Ma il terrore non porta soldi”, si aggiunge. Eppure, il vecchio sistema andava sostituito, considerato come quello già esistente non funzionava più: la dimostrazione arriva dai dati delle somme recuperate nel 2012, appena 30 milioni di euro.