ebook di Fulvio Romano

sabato 31 agosto 2013

Una bacchetta magica a palazzo Madama

LA STAMPA

Italia

Claudio Abbado

Una bacchetta magica per Palazzo Madama

“Onorato e commosso, spero la salute mi sostenga”

Claudio Abbado ha 80 anni e una carriera che fa di lui il più prestigioso direttore d’orchestra non d’Italia, come talvolta si legge, ma del mondo. Riassumendo, e riassumendo molto: direttore musicale della Scala dal 1968 (a 35 anni) all’86, direttore musicale della Staatsoper e poi della città di Vienna, successore di Karajan sul podio dei Berliner Philharmoniker.

Quando lascia i Berliner, con un ultimo concerto seguito dal lancio di 4 mila fiori e da 30 minuti di applausi, viene fondata per lui l’Orchestra del Festival di Lucerna, dove accorrono grandi solisti internazionali per il piacere di suonare insieme e diretti da lui. Era già successo con Arturo Toscanini.

Ma Abbado non ha lavorato solo con i talenti riconosciuti. Nessuno quanto lui ne ha scoperti e valorizzati. È un instancabile fondatore di orchestre giovanili, che forma, lancia e poi vivono di (splendida) vita propria: la Chamber Orchestra of Europe, la Gustav Mahler Jugendorchester, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra Mozart. Ha ribaltato l’immagine tradizionale del direttore-dittatore. Per lui, dirigere vuol dire «Zusammenmusizieren», fare musica insieme, e infatti con lui l’hanno fatta tutti i più grandi solisti dell’ultimo mezzo secolo. Infine, pensa che la musica classica non sia solo musica del passato e di conseguenza ha sempre eseguito quella contemporanea in «prime» combattute e leggendarie.

È un uomo degli Anni Settanta anche come idee politiche. Sicuramente di sinistra, è amico personale di Fidel Castro, ha ammirato il Venezuela di Chavez, detesta Berlusconi ed è da sempre ecologista: «Nel fondo del cuore, penso di essere solo un giardiniere». Si è sempre battuto per la cultura e perché un teatro o una biblioteca siano considerati altrettanto indispensabili che un ospedale. Ieri, poco prima della notizia della nomina a senatore, la sua Orchestra Mozart ha annunciato dei tagli al cartellone per mancanza di fondi: una coincidenza forse voluta, di certo un paradosso tipicamente italiano. Anzi, scandalosamente italiano.

Dopo un cancro, vive da anni con soltanto mezzo stomaco. Intervistato sul giornale che avete in mano, disse che non avrebbe accettato un eventuale laticlavio per mancanza di tempo, «perché quando faccio una cosa mi piace farla bene».

Ieri, ha fatto sapere di essere «onorato e commosso» della decisione di Giorgio Napolitano ma anche di sperare che la salute «mi consenta di accettare questo prestigioso incarico, per il quale considero doveroso poter garantire assiduità e dedizione». Primo, serietà. Se c’è qualcuno che ha davvero «illustrato la Patria», è lui.

Alberto Mattioli