Cuneo
Allarme anche dalle terre del Gavi
Allarme anche dalle terre del Gavi
“Quei trattamenti chimici stanno eliminando le api”
«La massiccia estensione delle colvitazioni del Gavi Docg negli ultimi anni significa un uso eccessivo di fungicidi e insetticidi contro la flavescenza che danneggiano pesantemente l’ambiente della nostra valle». Francesco Panella, uno dei più noti produttori di miele a livello italiano, ha lanciato l’allarme sabato nell’assemblea dei soci del circolo Legambiente Val Lemme, alla cascina Certosini di Voltaggio.
«Le aziende vitivinicole del Gavi - ha detto - per legge possono effettuare 2 o al massimo 3 trattamenti chimici all’anno sulle viti ma in realtà c’è chi ne fa anche 4 o 5, con conseguenze pesanti. Nei periodi in questione, nella mia azienda (la Apiari degli speziali, nel Comune di Novi Ligure; ndr) c’è una migrazione di lucertole e ramarri dalle vigne delle aziende limitrofe. Cercano una riserva dove non vengano diffusi i veleni che li uccidono. Non si elimina infatti solo la flavescenza ma tutti gli altri insetti che sono parte essenziale del nostro ambiente, comprese ovviamente le api». A rischio, secondo Panella e come era già stato denunciato negli anni scorsi, anche le persone: «A Rovereto di Gavi le case sono a ridosso delle vigne, eppure, nonostante esistano limiti di legge, le irrorazioni avvengono a poca distanza».
Di questo passo, denuncia l’imprenditore, l’allevamento delle api non potrà più coesistere in Val Lemme con il Gavi Docg: «Io sto già trasferendo parte delle mie api nell’Ovadese, dove si coltiva il Dolcetto, per il quale non si effettuano trattamenti del genere. Con il Gavi Docg siamo al paradosso: un prodotto di eccellenza che danneggia il suo territorio con prodotti chimici sempre più aggressivi che eliminano gli insetti e di conseguenze i loro predatori, come i passeri, quasi del tutto scomparsi, senza pensare a cosa può finire nella catena alimentare».
La soluzione? «Nelle aziende del Gavi Docg che utilizzano metodi biologici la flavescenza è al minimo: si ha lo stesso risultato senza distruggere il vivente».