la Stampa
Luciano Gallino
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Luciano Gallino
“È un fenomeno culturale Perché nessuno spiega più a cosa servono i tributi?”
Quello che colpisce, secondo Luciano Gallino, non è tanto il numero di evasori totali, «che non sono neanche quelli più dannosi», ma è il fatto che «l’Italia continui ad avere un primato sull’evasione fiscale, non solo in Europa, ma in Occidente. Abbiamo una quota sul sommerso sul Pil che tocca il 21-22 per cento, cioè circa 130-140 miliardi che sfuggono al fisco».
Un triste primato, per lo studioso torinese che è stato tra i fondatori della sociologia italiana. Ma che è il sintomo di un problema più profondo, «culturale», che ha che fare con la promessa risorgimentale mai mantenuta, quella di «fare gli italiani». In un secolo e mezzo non siamo riusciti a sviluppare un senso di appartenenza a una comunità che «ci farebbe vivere come una colpa il fatto di evadere», sostiene.
Ma ci sono ancora altri aspetti da considerare, che implicano una responsabilità politica specifica, e cioè «l’incapacità di dimostrare dove vanno a finire le imposte. Le tasse non sono solo sprechi, sottolinea Gallino: «sono le maestre, le infermiere, l’illuminazione stradale, la scuola...». Gallino imputa questa responsabilità «soprattutto al centrosinistra». Il sociologo cita un esempio. «Quanti italiani sanno che il sistema sanitario italiano - che secondo l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, è il secondo migliore al mondo - costa meno della metà rispetto agli Stati Uniti?»
Gallino, tuttavia, ammette che a fronte delle punte di eccellenza, «troppo spesso l’amministrazione pubblica italiana, lo Stato, i Comuni, presentano una faccia sgradevole che induce molte persone a chiedersi: perché pagare le tasse? È anche su questo che bisogna lavorare».