Economia
Ma il premier insiste: risparmi per le famiglie
Ma il premier insiste: risparmi per le famiglie
E sulla service tax è già rivolta “Rischio stangata da 1000 euro”
Averle cambiato nome non ha rassicurato i contribuenti. Parliamo della service tax, la tassa che ha sostituito l’Imu e che dall’anno prossimo dovrebbe garantire maggiore equità. Non mancano però le reazioni scettiche. Raffaele Bonanni (Cisl) teme che si tratto solo di una partita di giro. E i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat attaccano a testa bassa: «Scaricare, anche parzialmente, i costi dell’operazione Imu sugli inquilini è inaccettabile. Questa misura, se attuata, avrebbe un effetto moltiplicatore del costo dell’abitazione con il risultato di aumentare in maniera esponenziale gli sfratti per morosità che lo stesso decreto tenta di arginare».
La legge prevede infatti che dal 2014 la service tax sia a carico anche degli inquilini. «Una stangata media da circa mille euro, secondo una stima prudenziale» la definisce Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione inquilini. «Non è ancora chiaro nei dettagli il meccanismo, ma è evidente che, a partire dal 2014, saranno a carico degli inquilini la maggior parte degli oneri relativi alla nuova tassa che, di fatto, anche negli importi, sostituirà sostanzialmente l’Imu oggi pagata dai proprietari».
Il provvedimento licenziato due giorni fa dal Consiglio dei ministri rischia inoltre di provocare «uno tsunami di sfratti per morosità». I dati della Banca d’Italia dicono che «l’80% degli inquilini ha un reddito lordo inferiore ai 30 mila euro» ricorda il segretario e si «finge di non sapere che il 90% delle circa 70mila sentenze annue di sfratto sono per morosità ed infine che in Italia sono 650 mila le famiglie che hanno diritto ad una casa popolare avendone i requisiti certificati dai Comuni. In tale contesto, la sostanza è, pertanto, uno spostamento di imposizione fiscale dalla proprietà agli inquilini». I sindacati valutano invece positivamente alcune misure adottate dal governo sugli sfratti per morosità incolpevole, sul fondo di sostegno all’affitto e sulle agevolazioni ai contratti concordati. Anche Enrico Zanetti (Scelta Civica), vicepresidente della Commissione finanze della Camera si mostra scettico: «Fino a prova contraria una imposta più sbilanciata sul pagamento dei servizi fruiti da ciascuno che sul possesso di un bene che resta il medesimo, in tanti o pochi si sia, è inevitabilmente portata a far pagare di più un nucleo familiare numeroso. Credo che la service tax sia poco più di un nome anche per chi siede al governo».
Tutto il governo difende invece il provvedimento. Il premier Letta: «Le famiglie avranno una riduzione fiscale importante e dalla nuova service tax dell’anno prossimo in particolare ci sarà più equità, le famiglie numerose saranno meno penalizzate rispetto a quanto l’Imu faceva oggi». Aggiunge Graziano Delrio, Affari regionali: «La “St” sarà meno pesante e quindi più equa della somma di Imu più Tares. È una tassa sui servizi e quindi la pagheranno certamente i proprietari e in parte gli inquilini». E a dire il vero l’esecutivo, nelle sue linee guida, ha già scritto che sarà indicato un tetto massimo delle aliquote che i comuni potranno applicare, ma il presidente della Commissione finanze della Camera, Daniele Capezzone (Pdl), monta già di guardia: «Occorre vigilare, bisogna fare in modo che i contribuenti paghino di meno e che la prima casa sia esentata».
Rosaria Talarico