ebook di Fulvio Romano

giovedì 14 agosto 2014

Sul filo del rasoio: debito a 2168 miliardi, 100 in più negli ultimi sei mesi!!!

LA STAMPA

Economia

Debito record: 2168 miliardi

In 6 mesi 100 miliardi in più

Nell’Eurozona produzione industriale a -0,3%, ma l’Italia cresce (+0,9)

Il debito pubblico italiano aumenta e raggiunge un nuovo record a 2168 miliardi di euro. Un’enormità, molto superiore a quello che il Paese produce in un anno intero.

Gli ottimisti potrebbero derubricare questa come una non-notizia, visto che (in fondo) il debito cresce sempre ed è scontato che sfondi un record dopo l’altro.

Ma nella situazione in cui ci troviamo, aggiornare il conteggio dei miliardi e trovarlo così brutto non è una semplice curiosità statistica. Con un rapporto debito/Pil superiore al 132% e avviato al 135% a fine anno (mentre il parametro di Maastricht è un chimerico 60%), constatare, come ha fatto ieri la Banca d’Italia, che nei primi sei mesi del 2014 il peso dell’indebitamento è aumentato di altri 100 miliardi di euro (per la precisione 99,1) fa suonare l’ennesimo campanello d’allarme per la nostra economia.

Tutti dicono che bisogna tagliare le spese ma finora si è visto poco o nulla. E per fortuna abbiamo evitato guai peggiori grazie al calo dei rendimenti dei titoli di Stato, che ci ha fatto risparmiare 4,8 miliardi di spese per i tassi di interesse. Ma questa relativa fortuna non può durare, perché a lungo termine la crescita del debito farà aumentare e non diminuire i tassi.

Comunque quando si tratta di finanza pubblica le cose possono essere più complicate di come sembrano e una precisazione importante arriva dal ministero dell’Economia: dice il Tesoro che il motivo principale dell’aumento del debito pubblico nei primi sei mesi sta nella precisa volontà del governo di «fare provvista» con emissioni accelerate sfruttando gli attuali bassi tassi d’interesse. Insomma l’indebitamento è aumentato ma le condizioni delle nuove emissioni sono più convenienti e a scadenze più lunghe, e da questo punto di vista le condizioni medie della finanza pubblica sono migliorate.

Comunque è opinione diffusa che l’Italia si muova sul filo del rasoio. Le associazioni Adusbef e Federconsumatori stigmatizzano che dopo anni di aumenti di tasse dei governi Monti e Letta, l’esecutivo di Renzi abbia continuato sulla stessa strada appesantendo le imposte sulla casa e sul risparmio, eppure il debito continua a crescere: «Il gravame sulle spalle di ogni italiano è di 36.225 euro» denunciano i presidenti Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. E il Codacons dice che «il debito pubblico in aumento è la prova che i governi hanno fallito, adottando una politica di tagli e manovre “lacrime e sangue” che non hanno portato alcun risultato».

Erano molto attesi, anche se hanno avuto poco impatto sulla Borse, i dati della produzione industriale nell’Eurozona: -0,3% congiunturale a giugno mentre gli analisti scommettevano su un +0,4%. C’è anche un segnale positivo: l’Italia in controtendenza cresce dello 0,9%. Ma oggi i numeri del prodotto lordo potrebbero confermare che anche la Germania subisce una crescita negativa (è preventivato un -0,1%) e questo rischia di compromettere le prospettive di ripresa economica in tutto il continente.

luigi grassia


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