ebook di Fulvio Romano

martedì 5 agosto 2014

Come reagire se ti arriva la lettera del Fisco: nel 2013 hai speso troppo!

LA STAMPA

Economia

Il Fisco manda 75 mila lettere

“Nel 2013 hai speso troppo”

«Gentile contribuente, desideriamo informarla che dal confronto dei dati indicati nella sua dichiarazione dei redditi 2013… con le informazioni presenti nelle banche date dell’Agenzia delle Entrate, risultano alcune spese apparentemente incompatibili con i redditi dichiarati». La lettera rischia di mandare di traverso le ferie a 75mila contribuenti che avrebbero speso nel periodo d’imposta 2012 più di quanto guadagnato. Una missiva «a puro scopo informativo» specifica il mittente, che in assenza di correttivi nella denuncia dei redditi 2013 ancora possibili fino al 30 settembre potrebbe attivare però il temuto redditometro. E allora sì che scatterebbe per il contribuente l’obbligo di rispondere, mostrando le prove che giustifichino la differenza tra entrate e uscite. E’ il caso di altri 25mila italiani ai quali il postino sta consegnando in questi giorni una ben più temuta lettera, quella che li obbliga appunto a chiarire la propria posizione pena l’avvio dell’accertamento vero e proprio. Ma a interessare il maggior numero di contribuenti è la prima lettera, quella dal carattere più bonario. Le spese anomale sotto tiro sarebbero quelle che superano del 20% il reddito dichiarato. Ma il fisco ha deciso per ora di dare la caccia agli evasori più sfacciati e quindi si è limitato a recapitare le lettere ma solo in caso di scostamenti macroscopici.

Con il nostro fisco le cose non sono però mai così semplici ed ecco allora sbucare un allegato alla lettera che elenca la tipologia delle spese sostenute (colf, leasing, polizze, acquisto di auto o immobili e altro ancora) ma non l’importo.

Cosa fare a questo punto ce lo spiega il tributarista Gianluca Timpone. «L’unica soluzione è scovare ricevute e fatture, fare le somme e verificare se effettivamente le spese superano di molto il reddito dichiarato». In caso contrario si cestina la lettera e non ci si pensa più, mentre se vengono elencate tipologie di spese mai sostenute non resta che segnalare l’errore via mail o tramite call center all’Agenzia delle Entrate. «Qualora lo scostamento sia invece evidente – spiega Timpone - si possono seguire due strade. La prima è sempre quella di ignorare la lettera sapendo però che a quel punto scatterà probabilmente l’accertamento da redditometro, al quale bisognerà rispondere. Oppure se si ha qualche scheletro nell’armadio si potrà integrare il reddito 2012 entro il 30 settembre prossimo, presentando il modello Unico Pf, quello del ravvedimento operoso». Strada che negli ultimi anni è stata seguita dalla maggior parte dei contribuenti che si sono visti consegnare lettere analoghe e che ha consentito di rimpinguare le entrate fiscali. Del resto le sanzioni da pagare sono leggere. «Se si risolve la pratica entro settembre – spiega sempre Timpone - si paga un importo fisso di 32 euro più una sanzione del 3,75% sulla maggiore imposta da pagare». Un sovrapprezzo minimo per evitare guai peggiori. Quelli che rischiano i 25mila ai quali stanno arrivando altre lettere di avviso sul 2009, basate sulle spese rilevate dal redditometro e rispetto alle quali scatta l’obbligo di chiarire col fisco.

Ma contro l’evasione in futuro l’Agenzia punta sulle armi più affilate del Sid, il Grande fratello tributario in grado di interscambiare i dati di reddito e di spesa con quelli dei flussi dei nostri conti correnti. Obiettivo: recuperare almeno un terzo di quei 120 miliardi sottratti ogni anno al fisco.

paolo russo


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