ebook di Fulvio Romano

sabato 7 settembre 2013

Bonus o malus...?

LA STAMPAweb

Italia

Mediocrità il vero nemico da battere

Finito sotto i colpi di presidi, insegnanti, studenti ed esperti, il bonus maturità rischia di scomparire a pochi giorni dal suo debutto. Sarà il prossimo Consiglio dei ministri, lunedì, a decretarne se non i funerali almeno una salutare sospensione. Il bonus ha scontentato tutti fin dalla sua introduzione, voluta dal ministro Giuseppe Fioroni, con i suoi cinque punti bonus nel 2008, ha passato indenne la guida di Maria Stella Gelmini, è arrivato sul tavolo di Francesco Profumo ed è poi rotolato come una patata bollente nelle mani di Maria Chiara Carrozza, che l’ha ulteriormente modificato. Come succede per i grandi personaggi incompresi, il suo successo nascerà il giorno dopo la sua caduta, a una condizione: che serva come pretesto e opportunità per una seria riflessione sui temi della scuola e dell’università. L’ultima versione ha creato un meccanismo infernale che ha prodotto ingiustizie inaccettabili. L’esigenza è evitare distorsioni di valutazione tra scuole troppo generose e rigide, non solo tra Sud e Nord, ma tra tipi di scuole, scuole della stessa città, sezioni della stessa scuola e tra classi con diverse commissioni. Insomma, una babele di punteggi, una fabbrica di diseguaglianze. E’ il momento di ricostruire un senso al cammino che va dall’entrata nelle superiori alla maturità, dal test per l’università al raggiungimento della laurea. Le tre tappe logiche della selezione per l’accesso all’università dovrebbero quindi rispettare una valutazione delle competenze (è la funzione dell’esame di maturità), una valutazione attitudinale (è la funzione dei test) ma anche una valutazione motivazionale sul percorso che il giovane vorrebbe intraprendere. E’ quest’ultima una funzione che dovrebbe essere svolta dall’orientamento, che sappiamo quanto sia carente se non del tutto assente, non solo nella scuola superiore ma anche dalla terza media alla secondaria superiore. Sappiamo anche che per fare orientamento ci vogliono gli orientatori di professione, che fungano da Virgilio e da mentore, accompagnando i ragazzi nel loro percorso di crescita, culturale e professionale. Infine, non possiamo dimenticare, l’ultimo ma forse il primo dei nodi che vengono al pettine, che alla fine dell’università si riapre il problema: si chiama valore legale della laurea. Come possiamo ridare forza e valore alla scuola e al sapere, se alla fine o quasi delle loro fatiche, un giovane o una giovane si vedono superati nella loro carriera da coetanei usciti da università mediocri, incapaci costituzionalmente di creare valore e di riconoscere e premiare il merito?

Walter Passerini