ebook di Fulvio Romano

martedì 10 settembre 2013

E anche la Spagna ci raggiunge ( in basso)

LA STAMPA

Economia

Madrid raggiunge Roma Bot-bonos, spread a zero

Letta: “Il pareggio non mi preoccupa, so che prevarrà la stabilità”

Il pareggio dello spread fra i titoli italiani e quelli spagnoli, circostanza che rinnova una mai composta rivalità economica latina, non allarma Enrico Letta. «Son certo che prevarrà il buonsenso e tutti capiranno che ci vuole stabilità», promette il capo del governo mentre lascia Palazzo Justus Lipsius, dopo un incontro col presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy. E’ stata una missione lampo, per parlare dei prossimi vertici europei e della presidenza italiana della seconda metà del 2014. Quindi la cena annuale della think tank Bruegel e un’idea ambiziosa che farà discutere. «Gli choc non si risolvono con le finanze nazionali. Serve uno strumento di bilancio comune che coniughi responsabilità e solidarietà».

Tutto mentre a Roma il clima politico saliva alle stelle. Letta aveva un impegno europeo e l’ha mantenuto. «Un miracolo annunciato», scherza Nicolas Véron, economista del Bruegel. Il premier è atterrato a Zaventem poco dopo le cinque ed è corso da Herman Van Rompuy. Una riunione assai tecnica, sottolinea Palazzo Chigi. Del resto i due sono stati sotto lo stesso tetto al G20 di San Pietroburgo e poi a Cernobbio. In entrambe le occasioni si era pensato di fare una chiacchiera a parte «sull’agenda», raccontano le fonti, ma è mancato il tempo. Così si è ragionato di vertici europei, quello di ottobre sul progresso delle Tlc per la crescita, e quello di dicembre, sulla politica comune per l’industria della difesa e si proverà a chiudere e l’Unione bancaria, assolutamente necessaria per i due interlocutori. Terzo argomento, il semestre di presidenza italiana dell’Ue, fra poco meno di un anno. Il governo, sperando di resistere, ha già cominciato la corsa. Prima riunione della cabina di regia il 7 agosto. «Vorrei che il semestre fosse il punto in cui tutte le cose si congiungono», ha auspicato Letta. Sarà dura.

Al tavolo della cena Bruegel, Letta ha discorso col l’ex presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che - nel presentare l’italiano - ha evidenziato le «numerose orecchie tedesche curiose di ascoltarlo». Il premier non ha tradito le aspettative, ha parlato di «fiducia che torna», ma ha aggiunto che «non si può dire che la crisi sia alle spalle». La ripresa gli pare «fragile e disomogenea» e poi c’è «la disoccupazione drammaticamente alta». Serve una soluzione europea. Un soluzione «non tecnica, ma politica».

Il capo del governo ha riproposto al popolo del Bruegel la formula usata con Van Rompuy e col G20. L’Italia è determinata a tenere il deficit sotto il 3 per cento del pil, esercizio possibile anche grazie «al più grande avanzo dell’Ue». Lo incoraggia il superindice Ocse che, per noi, ha fatto registrare il miglior risultato europeo di luglio. Una premessa per invocare più vigilanza e coordinamento per un’Unione monetaria. Verso la fine, ha introdotto l’esigenza di «una nozione più ampia di responsabilità». Ecco l’idea: avviare la riflessione su una «fiscal capacity», uno strumento di intervento bilancio che funga da incentivo finanziario. Potrebbe emettere bond per sostenere investimenti pubblici a favore della crescita, basandosi sulla neutralità del bilancio. Chi fa bene, insomma, verrebbe aiutato. «Il mio mantra è sacrifici e poi Terra promessa», giura Letta. Chissà cosa diranno i tedeschi?

marco zatterin


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