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giovedì 8 agosto 2013

Riaperto, dopo il gelo, il "buco del Viso", galleria di 531 anni...

La Stampa

La galleria più antica delle Alpi

riapre con due settimane di ritardo

Da alcuni giorni è possibile fare un «viaggio indietro nel tempo» di 531 anni attraverso il Buco di Viso per passare dall’Italia alla Francia, in alta Val Po. Il primo traforo della storia dell’intero arco alpino fu scavato a 2880 metri di quota sotto il passo delle Traversette, per volere del Marchese di Saluzzo Ludovico II, tra il 1478 e il 1480. Per un secolo fu utilizzato per gli scambi commerciali tra lo Stato indipendente saluzzese e il Delfinato transalpino.

Negli anni scorsi è sempre stato transitabile da metà luglio, ma quest’anno a causa delle abbondanti nevicate e delle rigide temperature in quota fino a fine giugno, il ghiaccio sulle pareti e all’interno della galleria si è sciolto con circa due settimane di ritardo.

Il Buco di Viso è lungo 75 metri (quando fu aperto pare fossero 100, poi ridotti per l’erosione del monte Granero), alto in media tra 2 e 2,5 metri per consentire il passaggio dei muli. Lo storico traforo si raggiunge in due ore e mezza dal rifugio «Giacoletti» di proprietà del Cai, attraverso il sentiero del Postino, o risalendo l’antica Via del Sale da Pian del Re in circa tre ore (in questo caso il dislivello è di circa 850 metri). «Si tratta di camminate alla portata di gran parte degli alpinisti - spiega Andrea Sorbino che dal 1989 gestisce il Giacoletti - ed è possibile rivolgersi al nostro rifugio per tutte le informazioni pratiche e per gli aggiornamenti meteo».

Stando a quanto ricostruito dagli storici, il marchese saluzzese incaricò per il cantiere gli ingegneri Martino di Albano e Baldassarre di Alpeasco (oggi Piasco). La prima opera di ingegneria civile delle Alpi costò 12 mila fiorini. La roccia fu scavata con «ferro, fuoco, acqua bollente ed aceto».

Nelle scorse settimane è stato annunciato uno stanziamento di 250 mila euro da parte della Regione tramite il Parco del Po cuneese per lavori di messa in sicurezza e valorizzazione del più antico traforo internazionale delle Alpi.

Il cantiere sarà aperto nell’estate del prossimo anno. Il progetto non è ancora definito. Tra le ipotesi, quella di prolungare artificialmente l’ingresso sui due versanti con apposite strutture che evitino la caduta di detriti dalle pareti rocciose. [a. g.]