ebook di Fulvio Romano

martedì 28 novembre 2017

La giovane torinese che combatte contro le formazioni dell’Isis

LA STAMPA

Italia

Dai No Tav alla guerra in Siria

La seconda vita di Eddi

La giovane torinese combatte contro le formazioni dell’Isis 

Dalle manifestazioni No Tav nel cantiere di Chiomonte, passando per i comitati anti-sfratto promossi dai centri sociali Askatasuna e Gabrio, al fronte del Nord della Siria ancora devastato dalla guerra. Maria Edgarda «Eddi» Marcucci, 26 anni, è una delle prime ragazze italiane, se non l’unica, ad essersi arruolata nelle formazioni armate sotto la sigla Ypg (Yekineyen Parasina Jin), Brigata femminile all’interno dell’Esercito di Unità di Protezione Popolare, formazione collegata al Pkk curdo, considerata dal governo turco un’organizzazione terrorista. «Eddi», nel luglio 2016, inseguita da un ordine di arresto (detenzione ai domiciliari) a causa della sua partecipazione a uno scontro tra attivisti e polizia il 28 giugno 2015 in Valsusa, si era eclissata per mesi, sino a costituirsi in ottobre. Il regista Paolo Virzì, ne aveva creato un caso nazionale, con una lettera pubblicata in esclusiva da La Stampa, in cui riteneva i provvedimenti giudiziari «troppo severi». Ne aveva tracciato la storia, da giovane comparsa in un suo film alle lotte politiche in università sostenute con «sensibilità e passione». Eddi, ora, ha raggiunto le miliziane che in questi giorni stanno bonificando, imbracciando il Kalashnikov, le ultime sacche si resistenza dei soldati Isis. 

Così Eddi spiega la sua difficile scelta, cioè di abbandonare una famiglia borghese e benestante e le lotte popolari a Torino e dintorni, per raggiungere uno dei teatri di guerra non solo infestato ancora dal terrorismo islamico ma anche da una guerra civile tra turchi e minoranze curde. «Vi scrivo dalla Siria del Nord, un luogo - racconta Eddi - che seppur martoriato da anni di dittatura e guerra civile, grazie all’enorme sacrificio di tante e tanti è oggi una terra libera. Una terra libera e di libertà soprattutto per le donne, che sono l’avanguardia di questa rivoluzione… Le donne sono in grado proteggere se stesse, le persone e la terra che amano. In questo solco sono nate le Ypj, Unità di Difesa delle Donne, ed è la convinzione che tutto ciò valga anche in casa nostra che mi ha spinto a scegliere di farne parte. Le Ypj sono un corpo militare che ha saputo riportare straordinarie vittorie sul campo di battaglia; hanno liberato migliaia di persone dall’orrore dell’Isis, le proteggono dal regime siriano, non hanno mai arretrato di fronte agli attacchi di uno stato fascista e patriarcale armato di arsenali come la Turchia... ma non solo... Sono anzitutto un’organizzazione rivoluzionaria che incarna e sviluppa un cambiamento profondo, sociale, politico e culturale». 

Maria Edgarda Marcucci ha le idee chiare: «Le nostre lotte quotidiane contro la violenza sociale e delle istituzioni hanno tanto da condividere con quello che accade in Siria… Come ogni nostro avanzamento è anche loro. Viviamo in contesti diversi, sì, come diverse sono le forme della violenza usata contro di noi, ma il nemico è lo stesso. Ovunque siamo, la nostra forza sta nell’organizzare la nostra rabbia, la nostra voglia di riscatto, cambiamento e uguaglianza. Ovunque c’è violenza c’è un modo per difendersi, insieme. A ognuna le sue battaglie, per tutte la lotta e la vittoria! Sempre al vostro fianco, Eddi».

Per il fronte siro-turco erano partiti anche altri due combattenti torinesi, l’anarco-insurrezionalista Paolo «Pachino» Andolina, 28 anni, e Davide Grasso, uno scrittore di Askatasuna che si era però limitato solo alle azioni di propaganda a favore dei curdi.

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