Spettacoli
Se la fiction tv racconta
l’incubo di ogni genitore
Vanessa Incontrada protagonista di “Scomparsa” su Rai 1
storia di una figlia sparita e di un’età complessa che va capita
Vanessa Incontrada protagonista di “Scomparsa” su Rai 1
storia di una figlia sparita e di un’età complessa che va capita
Scomparsa è l’incubo di qualsiasi genitore. Cresci un figlio, giuri di conoscerne ogni fiato. Era un bimbo adorabile e diventa un adolescente misterioso. Ti addormenti che eri il suo dio, ti risvegli che sei il nemico giurato. Succede, a volte, fino alle più drammatiche conseguenze.
Sprofonda in questo imbuto di dolore il film televisivo in sei puntate Scomparsa da lunedì su Rai 1, coproduzione EndemolShine Italy e RaiFiction, regia di Fabrizio Costa. Vanessa Incontrada è Nora (per un tributo semi-celato all’eroina ibseniana di Casa di bambola), una neuropsichiatra infantile che si è trasferita da Milano a San Benedetto del Tronto, ripresa come una piccola Florida. È una madre single, il papà neppure sa di averla una figlia e ora che la piccola è adolescente, si sente fiera del rapporto che ha creato. Una sera Camilla, interpretata da Eleonora Gaggero, dice una bugia e con la migliore amica sta fuori tutta la notte. Non farà più ritorno a casa.
Aiuta Nora in questa ricerca disperata il vicequestore aggiunto (quant’era bello quando erano semplicemente commissari) Giovanni, che ha il viso di Giuseppe Zeno, padre a sua volta di un bambino abbandonato dalla madre e che tenta il suicidio.
Un po’ Peyton Place e un po’ Twin Peaks, qui si mette in scena non tanto la provincia inconfessabile ma un microcosmo che partecipa, nel bene e nel male, degli accadimenti comuni. «La storia - dice il regista - mescola vari generi, lo zoccolo duro è il thriller ma poi spunta il melò, il family e persino un pizzico di fantasy. Abbiamo attinto a un fatto giudiziario, elaborandolo. Spesso in questi casi le persone coinvolte, disperate, si rivolgono al paranormale come un’ultima spiaggia. È successo per il caso Moro ed è successo per Yara Gambirasio. Abbiamo fatto vedere che una madre come la nostra, razionale, può nel dolore, rivolgersi a una sensitiva».
Vanessa Incontrada è rimasta coinvolta dalla sceneggiatura: «Ci metti tanto del tuo in una storia di questo tipo. Ho pensato a mio figlio che ha solo nove anni e al rapporto che si instaura col tempo. Mi chiedo se sarò in grado di capirlo. Ci scopriamo pieni di lacune».
Questo è il racconto «della nostra realtà in trasformazione - dicono gli sceneggiatori Peter Exacoustos e Maddalena Ravagli - il cambiamento del ruolo della madre e la crisi della figura patriarcale. Abbiamo guardato alla cronaca e alla nostra esperienza di genitori. Che immagine diamo del mondo ai nostri figli? Come possiamo ripensare l’istituto della famiglia? Quale esempio portiamo e che cosa ci aspettiamo come ritorno? Abbiamo scavato in queste fragilità. Verranno fuori man mano che la storia si dipana, procedendo per flash back, fino a capire che cosa ci ha portati alla sparizione».
Droga, sesso, bullismo, violenza, la provincia ricco borghese e quella più popolare restituite con coloriture diverse per ambientare la vicenda ad alto tasso angoscioso. Personaggi paradigmatici, il rovescio di tante vite fanno da sfondo a un’adolescenza che spinge per cedere all’età adulta senza averne le certezze. Un film corale con un cast che concorre a dipingere un torbido mondo «teen» che lo spettatore pregherà non sia dei loro figli.
michela tamburrino