Esteri
Strisce arabe per battere la propaganda jihadista
Strisce arabe per battere la propaganda jihadista
Qahera si batte contro i molestatori di donne che infestano l’Egitto, Malaak duella con gli spiriti del Male, Jinnrise protegge il Pianeta dagli alieni e «The 99» ha i poteri straordinari che il Corano assegna a Maometto: sono i Superoi che tengono banco nel mondo arabo, creati da artisti musulmani spesso accusati di apostasia e premiati da un successo in crescendo, dovuto alla volontà dei più piccoli di identificarsi con paladini del Bene non troppo diversi da simboli della cultura occidentale come Batman, Spiderman e Iron Man.
A fotografare il boom dei Superoi arabi è stato il festival annuale di video e fumetti comici che si svolge a Dubai dal 2012 e quest’anno ha registrato un’affluenza senza precedenti: 50 mila persone ovvero il 40 per cento in più rispetto al 2014. «C’è una richiesta in aumento per personaggi con poteri straordinari, capaci di diventare simboli della cultura popolare» spiega Arafaat Ali Khan, portavoce del festival di Dubai, sottolineando che i supereroi hanno successo quando sfidano nemici agguerriti che incarnano in qualche maniera nemici rappresentativi di pericoli reali, quotidiani. È il caso di Qahera perché in Egitto il 99 per cento delle donne ha subito molestie sessuali e sono proprio questi pervertiti che lei bracca e punisce al pari di quanto avviene nei confronti di personaggi islamofobi, incarnazione del razzismo anti-musulmano in alcuni Paesi europei.
Anche Maalak, ovvero l’Angelo della Pace, è una donna ma la guerra permanente non è contro essere umani bensì i Jinn, gli spiriti del Male della cosmologia islamica. E si tratta di un conflitto interminabile, senza apparenti vie d’uscita, sempre teso a peggiorare, che evoca l’esempio del Libano, dove si combatte senza interruzione dagli Anni Settanta. Non potevano mancare gli alieni, intenti a realizzare uno sbarco aggressivo sul nostro Pianeta: a fronteggiarli è Jinnirise, creato nel 2012 dalla penna di Sohaib Awan per raccontare - con gli occhi di uno studente straniero in Marocco - la sfida fra i pericolosi Kibrani, armati delle più temibili tecnologie, e un superoe figlio del popolo.
Ciò che accomuna questi nuovi personaggi di fantasia con i più noti predecessori occidentali - spesso tradotti in arabo - è la costante sfida con il Male descritto sulla base di evidenti similitudini con gli umori del grande pubblico in America o Europa.
Come nel caso di "The 99", il fumetto di Naif Al-Mutawa creato dieci anni fa in riferimento al numero di attribuiti positivi di Maometto per descrivere la lotta contro Rughal, una sorta di Messia jihadista del Male che porta alla mente personaggi come Osama bin Laden, Abu Musab Al-Zarqawi e Abu Bakr al Baghdadi. Alcuni Paesi arabi, come il Kuwait, sostengono apertamente Al-Mutawa che però deve difendersi da una campagna jihadista online secondo la quale è «solo un blasfemo che dovrebbe essere processato» per offese all’Islam. L’aumento di lettori e profitti per i superoi arabi spiega la moltiplicazione a Dubai dei negozi che ne vendono i fumetti come anche da decisione dell’Università americana di Beirut di inaugurare un corso di studi sull’«arte comica araba». Per aprire un nuovo fronte contro i tabù jihadisti.